L’ecosistema urbano è difettoso e la sua efficienza diminuisce esponenzialmente all’aumentare delle dimensioni della città. Roma, con la sua mobilità pubblica menomata e in continua corsa con le auto private onnipresenti anche in centro, Napoli e Palermo, sommerse dai rifiuti ed incapaci di una raccolta differenziata efficiente, sono in emergenza ambientale e sprofondano giù in classifica insieme a tutte le città con più di mezzo milione d’abitanti.
L’unica grande città che galleggia ostinatamente a metà classifica è Torino. Milano, in attesa dei raggi verdi, peggiora in tutti gli indici di qualità dell’aria: per due mesi in tutto si è respirato ozono più che ossigeno, con tutto ciò che ne consegue (l’anno scorso i giorni di esposizione erano stati una quarantina).
Il fallimento delle grandi città è dovuto principalmente alla qualità dell’aria: Palermo, Napoli e Roma restano stabilmente avvolti nelle nebbie chimiche. Questo dato allarmante è correlato al malfunzionamento dei trasporti pubblici o ad una loro insufficienza o, peggio, alla mancanza di una politica necessaria quanto impopolare di divieti e ztl che induca all’uso dei mezzi collettivi. Palermo passa da 110 viaggi per abitante all’anno a 44 appena, e anche Napoli e Genova peggiorano.
Le grandi città riciclano poco, per una disorganizzazione della raccolta ed una scarsa sensibilizzazione dei cittadini. A poco valgono le pubblicità dell’AMA Roma che invitano a non sbagliare la differenziata, giacché la Capitale resta immobile ad un 19,5% di rifiuti riciclati. Palermo ricicla un 4% in meno dello scorso anno. Torino, invece, resiste. Era 77ª lo scorso anno ed ora sale 74ª migliorando nelle medie del Pm10, dimezzando il tempo di esposizione alla soglia critica di ozono scendendo a 36 giorni ed aumentando l’efficienza e la fruizione dei mezzi pubblici.
Questo e molto altro emerge dal trattamento di 125 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 125mila dati rilevati nei 103 comuni capoluogo d’Italia e sintetizzati nella classifica del XVII Rapporto Ecosistema Urbano, la graduatoria annuale che Legambiente redige insieme ad Ambiente Italia per monitorare il funzionamento ecologico delle città capoluogo italiane. Il Rapporto è stato presentato a Firenze lo scorso 18 ottobre, nel corso di un convegno al quale hanno partecipato: Matteo Renzi, Flavio Tosi e Michele Emiliano, rispettivamente sindaci di Firenze, Verona e Bari, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente. Emanuele Burgin, presidente del Coordinamento delle Agende 21 locali e Roberto Della Seta, della Commissione Ambiente del Senato.
L’intero Sud Italia si piazza nella seconda parte della classifica con tutti i capoluoghi siciliani collocati in massa tra gli ultimi. Palermo è 101ª, e Catania chiude la classifica italiana come 103ª, unica sua nota di merito i circa 5 mq di pannelli solari installati sui tetti degli edifici pubblici per ogni 1.000 abitanti. Quattro capoluoghi calabri si trovano nella coda insieme a molti della Campania, della Sardegna e della Puglia. Oltre al disastro romano l’intero, agricolo Lazio si piazza male con Viterbo (84ª), Frosinone 94ª (in una delle precedenti edizioni ultima) e Latina (100ª).
Sul podio ancora Belluno, Verbania e Parma. Subito dopo nella top ten anche Trento, Bolzano, Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e Livorno. Verbania, che da anni sale o si avvicina al podio, quest’anno è 2ª, principalmente per un aumento dei metri quadri di verde per abitante che fanno evolvere in positivo un bilancio dei gas serra ed inquinanti altrimenti stabile a causa della sostanziale stabilità delle emissioni.
Parma è 3ª a causa della diminuzione dei consumi idrici e dell’aumento di metri ciclabili pro capite. Pordenone si piazza all’ottavo posto con un balzo repentino e prepotente dalla 37ª posizione occupata nella scorsa edizione dalla quale ha migliorato sia per la qualità dell’aria (in tutti e tre gli inquinanti monitorati) sia per la percentuale di rifiuti riciclati (passando dal 44% al 76,3%) e nella produzione di energie rinnovabili (solare termico e solare fotovoltaico), diminuendo i consumi di carburanti e aumentando i metri ciclabili pro capite.
Poiché è nelle città che si concentra la maggior parte della popolazione mondiale, poiché il futuro sta nella città metropolitana è imperativo correggere al più presto i motivi di disfunzione promuovendo l’evoluzione verso un adattamento in senso più ecologico del superorganismo urbano.
[Fonte: Legambiente.it]
read this 14 Febbraio 2017 il 1:06 am
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