Economia nel 2025, gli scenari

di Redazione Commenta

Il mondo è in costante cambiamento e molto di questo cambiamento è dovuto al sistema economico europeo ed internazionale. Le modifiche che esso subisce influenzano in maniera diretta l’andamento generale, tant’è che spesso le decisioni importanti sul piano politico e governativo o anche amministrativo dei diversi Paesi del globo sono figlie di quelle di carattere finanziario. Un esempio in tal senso si è palesato nel periodo pandemico, quando la crisi sanitaria e quella economica sono entrate in collisione influenzandosi, è proprio il caso di dirlo, reciprocamente. Un sistema economico che dunque vive di fasi, di pochi alti e molti bassi, e che nel prossimo 2025 potrebbe cambiare ancora una volta. In questo focus vogliamo capire di più a riguardo e cercare di delineare una possibile prospettiva finanziaria dell’immediato futuro che ha impatti anche sul riscaldamento globale. Il tutto prendendo in esame elementi quali il PIL, il tasso occupazionale, l’inflazione, i consumi privati e il cambio di rotta dai negozi fisici a quelli online quale nuova frontiera del commercio.

Riscaldamento globale

Il PIL e la situazione reddituale nazionale

Un fattore determinante in ambito economico è senza ombra di dubbio il PIL (Prodotto Interno Lordo) spesso menzionato ma troppe volte sconosciuto o ignorato nella sua valenza. La situazione reddituale generata dalla comunità nostrana così come da quella internazionale invece è specchio rilevante della condizione finanziaria in cui versa il sistema Paese. Il PIL dunque restituisce una chiara ed evidente immagine del benessere o malessere di uno Stato, che sia l’Italia o qualsivoglia altro Paese del globo. Dal reddito medio per cittadino si può stimare l’andamento generale e capire se una Nazione sul piano economico è in fase di crescita o decrescita. Spesso tale elemento è riportato in cifre percentuali che nell’ultimo anno ha registrato un +1% rispetto al precedente. Un segnale positivo per il nostro stivale che quindi vede un miglioramento dell’economia italiana ben lontana da quanto accadeva solo 4 anni fa in piena pandemia. Il 2025 si prospetta ancor più positivo e infatti la crescita del PIL nazionale sarà, stando agli esperti, di un ulteriore 1,1%.

Tasso occupazionale altro fattore chiave

Quando si parla di economia di un Paese ovviamente essa è generata dagli acquisti e dalla capacità anche di spesa delle famiglie che costituiscono una data comunità. Ecco perché il tasso occupazionale risulta essere importante in questo discorso, poiché esso consente ad un nucleo familiare da accumulare un certo reddito e di riversarne poi una parte in investimenti di vario tipo che come si suol dire “fanno girare l’economia”. Investimenti nell’immobiliare, nell’abbigliamento, in beni alimentari o di prima necessità e cosi via. Una circolazione di moneta che è utile a far sì che un Paese sia florido sul piano finanziario proprio per la capacità dei cittadini di spendere e far crescere di conseguenza l’intero sistema. Altrimenti, in caso contrario, si verifica una recessione tale da mettere in ginocchio una realtà, portandola al fallimento. Nel prossimo anno, il 2025, il tasso occupazionale dovrebbe al pari del PIL crescere ancora, grazie alle nuove leggi sull’assunzione a tempo indeterminato ben più solide di quelle precedenti atte a favorire una decrescita della disoccupazione.

L’inflazione e la sua incidenza futura

Insieme a PIL ed occupazione anche l’inflazione rappresenta un elemento di analisi utilissimo per verificare lo stato economico di un Paese. Un moderato incremento del 2% per il 2025 consentirà una ripresa dopo una fase negativa che stiamo ancora vivendo su questo piano. Quindi tre indizi, quelli visti fino ad ora, che dovrebbero costituire una prova e certezza di miglioramento dell’andamento finanziario generale. Certo si sta parlando di previsioni, e quindi non di assolute certezze, ma stando agli studi analitici degli esperti essi dovrebbero avvicinarsi molto a quella che sarà la situazione e condizione reale del sistema l’anno venturo. Infatti occorre evidenziare al contempo anche un certo grado di incertezza del quadro internazionale, su cui purtroppo incidono e non poco le diverse tensioni geo politiche che si stanno registrando ormai da tempo.

I consumi privati e la crisi dei negozi fisici rispetto a quelli online

In ultimo, dopo aver visto da vicino la situazione economica e l’incidenza di elementi quali il PIL, l’occupazione e l’inflazione, andiamo ora ad esaminare un’altra annosa questione che è quella relativa ai consumi privati e alla crisi dei negozi fisici rispetto ai corrispettivi virtuali. I consumi privati vengono sospinti dal tasso occupazionale in crescita e quindi da questo punto di vista si sta assistendo ad una crescita che fa ben sperare. Un consumo che però sembra interessare sempre più le attività online più che quelle offline, poiché sono a portata di click e di mano, sono più veloci nella compravendita, e spesso presentano offerte e risparmi superiori nonostante i costi di spedizione. Quindi negozi fisici che stanno affrontando un momento di cambiamento generale del mercato e dele dinamiche di spesa dei cittadini che sono sempre più utenti e sempre meno clienti. Dunque i portali online sono diventati a tutti gli effetti la nuova frontiera del commercio, sia per ciò che riguarda settori come l’abbigliamento e l’hi-tech che vanno sicuramente per la maggiore, sia per i beni di prima necessità e anche alimentari (dove però per fortuna ci si affida ancora con discreto margine ai supermercati e negozi reali) sia per gli aspetti più ludici, tanto è vero che i casinò online e fisici presenti nel mondo sono prettamente collegati: le aziende del settore stanno riducendo i casinò fisici per puntare a quelli online. Insomma un trend di consumo che si orienta col passare deli anni verso il digitale abbandonando il reale, aspetto che tra le altre cose si sta verificando anche in altri ambiti. Un cambiamento che è figlio dei tempi attuali e che nel 2025 cosi come negli anni successivi difficilmente invertirà la rotta tornando al passato. Ormai la strada è stata imboccata e un’inversione appunto sembra quanto di più improbabile possa accadere stando alle condizioni odierne. L’online che sta avendo la meglio sull’offline, salvo piccole eccezioni come detto già sopra a proposito di supermercati e negozi di vendita di alimenti che necessitano ancora di un contatto diretto con la materia prima ed i relativi rivenditori.

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