Mentre il neoeletto presidente degli Stati Uniti Barack Obama chiama a raccolta i maggiori cervelli del Paese per risolvere la crisi economica e provare a cambiare il mondo, in Italia si avverte sempre più forte l’esigenza di continuare a porre veti e freni ai protocolli ambientali proprio per risolverla la stessa crisi.
Qualcosa non quadra e ci rendiamo sempre più conto che se l’America può, noi non vogliamo nemmeno provare a farla qualcosa. O meglio, il nostro amato premier Silvio Berlusconi si è recato in Spagna a ribadire la sua tesi che vista l’emergenza economica chissenefrega di salvare il Pianeta, più o meno il concetto era quello, inutile fare tanti bei giri di parole e di retorica vuota a rendere. Meglio tutti più ricchi e felici con tanti soldi da spendere per curare il cancro ai polmoni, decontaminare l’acqua del rubinetto, acquistare prodotti biologici sempre più costosi. Dov’è il risparmio?
Si pensi ad esempio alla spesa sanitaria per le malattie respiratorie, in aumento nelle grandi città e tra i bambini, con un incremento dell’asma mai così alto come negli ultimi anni. Al prezzo della benzina, che ha smesso di lievitare ma che rimane comunque un onere che grava sulle tasche degli italiani.
Obama ha deciso di investire nelle auto a motore ibrido (saranno più di un milione), nella costruzione di impianti di energia rinnovabile che daranno lavoro a cinque milioni di persone, di ridurre le emissioni di gas serra dell’80% entro il 2050, di ricavare il 10% dell’energia elettrica necessaria al Paese da fonti rinnovabili, entro il 2012. Ci riuscirà o meno, non possiamo dirlo. Ma almeno ci si prova. Cosa di cui il nostro governo non vuole nemmeno sentir parlare. La crisi economica si affronta con un’altra crisi, si risolve peggiorando la già difficile situazione dell’inquinamento ambientale e del riscaldamento globale. Crisi scaccia crisi, il nostro motto. Questo è tutto ciò a cui sono capaci di pensare i nostri migliori cervelli. Complimenti, voi sì che siete solo pallidi supereroi.