Dopo due anni di dominio incontrastato, Nokia non è più il produttore di prodotti elettronici più green del mondo. La casa produttrice famosa per i telefonini ha un po’ abbandonato la “retta via” e, a causa della poca attenzione alla politica energetica mostrata negli ultimi mesi ha un po’ “declassato” gli sforzi fatti sulla sostenibilità dei suoi prodotti. Per questo non solo perde la prima posizione, ma anche la seconda, facendosi scavalcare da HP e Dell.
L’aspetto che però salta all’occhio è che, nonostante qualche piccolo sforzo, nessun produttore, nemmeno il primo in classifica, raggiunge la sufficienza, segno che c’è ancora molto lavoro da fare per trasformare il settore IT in un settore ecologico. Ad ogni modo può festeggiare HP che scala ben tre posizioni raggiungendo la vetta con un punteggio di 5,9 su 10, grazie a delle nuove politiche sulla filiera corta e sull’energia. Peccato che i suoi prodotti non siano così ecocompatibili.
Bene anche Dell, anche lei guadagna tre posizioni arrivando appena alle spalle di HP dopo una scalata durata due anni, visto che diversi mesi fa occupava le ultime posizioni. L’azienda statunitense ha introdotto il limite alle emissioni di gas serra al 40% entro il 2015, un’ambizione molto apprezzata da Greenpeace visto che ben poche aziende pongono questi limiti, e pochissime li raggiungono.
Detto di Nokia (terzo), parliamo ancora di aziende che guadagnano terreno come la Apple che come prodotti verdi è la principale, ha migliorato la sostenibilità della filiera, ma ancora dal punto di vista energetico lascia a desiderare. Forse quando la nuova sede di Cupertino verrà ultimata, qualche punto in più riuscirà ad ottenerlo.
Ed ora le note dolenti. In caduta libera Philips, Sony Ericsson e Samsung, racchiuse in tre decimi di punto, crollate più che altro per le politiche energetiche, anche se tutte e tre eccellono in un campo: Philips per gli sforzi sui progetti basati sulle rinnovabili, Sony Ericsson per l’ecocompatibilità dei suoi prodotti e Samsung per la miglior gestione della filiera al mondo. Anche se scendono, comunque ci sono buone possibilità per tutte e tre di risalire in fretta.
All’ottavo posto sale Lenovo che guadagna 6 posizioni e si distacca dai bassifondi della classifica, grazie al miglioramento della filiera produttiva, anche se poco o nulla è stato fatto per le rinnovabili e la fissazione degli obiettivi di emissione. Scendono Panasonic e Sony, più che altro per le scarse politiche energetiche, ed in particolare il colosso nipponico per alcune dichiarazioni contro gli standard di efficienza energetica da tenere in California.
Stabili all’undicesimo e dodicesimo posto Sharp e Acer, migliorano i propri punteggi, anche se rimangono in fondo LG e Toshiba, mentre entra nella graduatoria, anche se all’ultimo posto, RIM, azienda canadese famosa per la produzione del Blackberry, che ancora non è molto chiara sulle sue performance ambientali, e dunque ha bisogno di tempo per poter risalire la china e mettersi al passo con i concorrenti.
[Fonte: Greenpeace]