Finalmente una buona notizia per gli elefanti: qualcosa si muove infatti a loro favore niente poco di meno che dal popolare ed internazionale sito di vendite on-line eBay. Già lo scorso anno il popolare megastore telematico aveva annunciato di voler fare qualcosa per salvare gli esemplari della specie, limitando la vendita di prodotti d’avorio provenienti in gran parte dal mercato illegale. Ora però il bando per l’avorio e i suoi derivati è entrato effettivamente in vigore, con l’arrivo del nuovo anno, e chissà che non serva a far tirare un sospiro di sollievo anche ai poveri animali, braccati dai cacciatori di frodo.
Se soltanto le cose fossero così semplici! In realtà dalla Cina continuano a provenire all’Africa sempre più richieste di avorio, in particolare destinate alle preziose bacchette che i cinesi utilizzano per mangiare, e le regole contro la violazione delle riserve vengono ripetutamente infrante. La fame, che incombe in molti villaggi africani, certo non contribuisce a sviluppare una coscienza ecologica nelle popolazioni indigene, che per sostentare la numerosa prole, sono disposte ad uccidere e vendere i poveri elefanti. E la proliferazione nel commercio illegale di specie protette è stata facilitata proprio mediante l’utilizzo di Internet come canale di vendita e scambio.
In una recente relazione, l’International Fund for Animal Welfare ha riscontrato che circa i due terzi del commercio mondiale on-line della fauna selvatica protetta avviene proprio sulla piattaforma di eBay.
Secondo i dati forniti dall’associazione internazionale i bracconieri uccidono più di 2000 elefanti all’anno, in Africa e in Asia, per soddisfare la domanda dei prodotti di avorio.
Dopo la diffusione di queste preoccupanti cifre, gli occhi dell’opinione pubblica mondiale e delle associazioni animaliste e ambientaliste si sono puntati proprio sui siti di vendita on-line come eBay, pretendendo dei provvedimenti immediati e reclamando a gran voce la sospensione di questo mercato illegale, che alimenta il genocidio degli elefanti africani, già così provati dal bracconaggio.
Per verificare gli effetti del bando di vendita di avorio bisognerà aspettare ancora un po’, intanto il timore è che il commercio illecito sposti altrove, magari al di fuori della rete, i suoi sporchi traffici.
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