Il WWF lancia l’allarme per la situazione delle dune pugliesi, a grave rischio a causa di un insieme di fattori, dalla rimozione per far spazio ai parcheggi ai rifiuti, passando per lo spianamento deliberato da parte dei gestori di lidi, che per fronteggiare l’erosione delle spiagge si procurano nuovi metri quadrati spianando le dune.
Particolarmente grave la situazione a Otranto, Ugento e Polignano a Mare, splendide località marittime in preda a una cattiva gestione del territorio. Il vicepresidente di WWF Puglia Mauro Massa ha spiegato:
Il federalismo demaniale ha demandato ai sindaci l’onere dei controli di tipo amministrativo, quindi sono loro che devono attrezzarsi per fare i controlli, cosa che non avviene. Sono invece le Capitanerie di porto a sopperire, con grande sacrificio, alle mancanze degli amministratori.
Purtroppo spesso, inoltre, le condizioni delle spiagge si rivelano assai peggiori del previsto, con le prime misure adottate ormai pressoché inutili per la salvaguardia delle stesse. È il caso di Lidi Marini, località vicino il paese salentino di Ugento. Come sottolinea Mauro Massa tale località, in teoria, sarebbe
inserita all’interno di una zona di interesse naturalistico delimitata da una sbarra che dovrebbe impedire l’accesso alle automobili, ma le segnalazioni ricevute, con tanto di fotografie, testimoniano una realtà fatta di automobili parcheggiate sulle dune, sacchi dell’immondizia tra la vegetazione e roghi.
La situazione, qui riferita in particolare a Otranto, Ugento e Polignano a Mare, riguarda tuttavia la Puglia nel suo complesso, dove le ordinanze balneari della Regione vengono sistematicamente ignorate, con gravi danni agli ecosistemi costieri, in particolar modo con ingenti danni alle dune (a loro volta, come ovvio, generatori di nuovi danni all’ecosistema costiero nel suo complesso). Il caso della Puglia, sebbene più grave di altri, non deve far credere che il problema sia limitato a tale regione. Basti ricordare che l’Unesco ha stimato che i tre quarti delle dune mediterranee sono andati perduti nell’ultimo secolo, e che oggi nell’area le dune in condizioni ottimali sono solo il 20%.
Photo credits | Rodrigo Soldon su Flickr