È iniziato ieri l’importante summit di Doha 2012, la 18ma conferenza ONU sui mutamenti climatici, per la prima volta organizzata in Medio Oriente, a Doha, nel Qatar. La conferenza vede più di 17 mila tra rappresentanti ed esperti di 194 paesi differenti coinvolti nella delineazione delle strategie future che il mondo dovrà mettere in atto per contrastare i cambiamenti climatici. Vedremo decisioni forti, questa volta?
È iniziata ieri la conferenza ONU sui cambiamenti climatici a Doha, nel Qatar. L’evento è di estrema importanza, e c’è molta attesa per vedere cosa i rappresentanti mondiali decideranno di stabilire per la lotta al mutamento climatico che sempre più drammaticamente si rende protagonista di disastri e di morti, di danni economici e danni ambientali, con annessa distruzione della biodiversità. In questa prima fase della conferenza di Doha non saranno presenti i ministri delle rispettive nazioni, che raggiungeranno la sede dei negoziati il 4 dicembre, in vista della sessione di chiusura.
La scelta del Qatar come sede non è certo un caso: ricordiamo infatti che il paese detiene il record a livello globale di emissioni di anidride carbonica pro capite, così come il record di consumo di acqua giornaliero pro capite. Il Qatar continua a essere, più in generale, un colosso mondiale del gas. E in merito al Qatar (e quindi alla scelta di organizzare la conferenza qui) ha speso parole pungenti anche l’ex diplomatico argentino Raul Estrada:
Nella storia dei negoziati sui cambiamenti climatici il Qatar ha sempre provato a evitare di impegnarsi a ridurre l’uso di combustibili fossili per migliorare le condizioni dei cambiamenti climatici.
Ma certo il Qatar non è il solo paese a ostracizzare l’impegno contro i combustibili fossi, come è ben noto. Al centro della conferenza di Doha saranno i propositi di riduzione delle emissioni di CO2, le varie strategie per il contrasto all’aumento delle temperature, il finanziamento di un notevole fondo per il clima e (forse soprattutto) la definizione del percorso che dovrebbe portare a un accordo vincolante di portata storica nel 2015. Tuttavia, come ben sanno gli ambientalisti, queste conferenze lasciano spesso più amarezza che speranza in chi vorrebbe vedere politiche veramente nuove, a livello ambientale, nel mondo. Non ci resta che aspettare e vedere come si comporteranno i vari stati in questa 18ma conferenza ONU sui mutamenti climatici.
Photo Credits | Getty Images
Candice 1 Marzo 2017 il 2:51 am
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