Abbiamo visto tutti le immagini terribili dello tsunami che l’11 marzo 2011 si è abbattuto contro la centrale di Fukushima, mandandola in tilt e creando il secondo disastro nucleare peggiore della storia. La dinamica è stata subito chiara a tutti: l’acqua aveva inondato le camere adibite alla sicurezza i cui meccanismi hanno smesso di funzionare, facendo surriscaldare la centrale che è andata vicinissima all’esplosione. Oggi però un nuovo elemento compone questo puzzle: a causare tutto il disastro potrebbe essere stato qualcosa di più semplice: un ratto.
A dichiararlo è stato questa mattina Masayuki Ono, portavoce della Tepco, con la società che in un certo senso cerca di giustificarsi spiegando che le sue misure di sicurezze avrebbero retto contro un doppio fenomeno naturale (terremoto e tsunami) e così il motivo del disastro è stato un altro. Stando alle fonti ufficiali, andando ad indagare nell’impianto di sicurezza è stato scoperto un ratto lungo 15 centimetri (nella foto in alto, scattata da un addetto alla sicurezza), morto folgorato accanto ad una centralina. Il sospetto è che sia stato lui, e non lo tsunami, a causare il corto circuito che ha portato l’impianto all’incidente.
Il sistema di raffreddamento e quattro piscine di stoccaggio infatti sono andate tutte contemporaneamente fuori uso. Lì per lì si era data la colpa allo tsunami, ma forse il motivo era un altro. Sinceramente non mi sento affatto rassicurato da questa spiegazione.
Tutt’altro. Se un disastro nucleare può avvenire perché sono accaduti di seguito terremoto e tsunami, è difficile (ma non impossibile) che lo stesso fenomeno ricapiti da qualche altra parte. Anzi, nelle centrali costruite nell’entroterra questa eventualità diventa impossibile. Ma la presenza dei topi è imprevedibile, possono arrivare ovunque, il che significa che, se fosse davvero questo il problema, tutte le centrali del mondo sarebbero in pericolo. Incredibile ma vero, nel terzo millennio con dei sistemi di sicurezza super avanzati, il sistema d’allarme migliore si potrebbero rivelare i gatti.
[Fonte e foto: Guardian]