Torniamo ad occuparci del disastro ambientale che ha coinvolto l’Ungheria nei giorni scorsi, avvenuto in seguito allo sversamento di fanghi tossici da un impianto di alluminio a Ajka, nell’ovest del Paese. Stando agli ultimi aggiornamenti:
Tutta la fauna del fiume Marcali, quello più colpito dal disastro ecologico provocato dal fango tossico fuoriuscito dall’impianto di alluminio a Ajka, ovest dell’Ungheria, è morta. L’ecosistema del fiume è stato condannato a morte a causa del valore troppo alto del ph del fango rosso.
Un triste annuncio, quello di Tibor Dobson, portavoce della protezione civile, che fa seguito ad un bilancio ancora più drammatico e purtroppo ancora provvisorio e probabilmente sottostimato. Dobson ha parlato a Kolontar, che risulta essere al momento il comune colpito più gravemente dal disastro ecologico.
Il Danubio si è colorato di un rosso tossico. Le autorità stanno tenendo sotto costante monitoraggio l’evolversi della situazione per evitare rischi per la salute pubblica derivanti dalla contaminazione delle acque e hanno chiesto aiuto all’UE.
Il ministro serbo Dulic ha precisato che per ora
la popolazione non corre alcun pericolo dal momento che il Danubio in Serbia non è contaminato, ma il livello di attenzione è altissimo. Il monitoraggio è stato intensificato sul grande fiume all’altezza del villaggio di Bezdan, in Voivodina, al confine con l’Ungheria. In caso di contaminazione, la popolazione e le autorità competenti saranno immediatamente allertate.
Loredana Musumeci, a capo del dipartimento ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato all’Ansa che
ora che i fanghi tossici sono arrivati nel Danubio si può contare soltanto sull’effetto della diluizione. A questo punto si può intervenire con barriere assorbenti, ma tecnicamente è difficile. Per fortuna il Danubio è un fiume di grande portata, quindi dovrebbe avere la capacità di diluire le sostanze presenti nei fanghi, anche se per esserne certi bisognerebbe sapere esattamente le quantità che si stanno riversando nel fiume.
Nel Danubio si sta riversando principalmente ossido di ferro, che dà la colorazione rossa, e ossido di titanio. Quest’ultimo è il più pericoloso per la salute, in una misura che varia a seconda della concentrazione, probabilmente cancerogeno negli effetti a lungo termine.
[Fonte: Ansa Ambiente&Energia]
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