Ancora aggiornamenti da Porto Torres, dove martedì scorso un incidente occorso al molo E.on di Fiume Santo durante le operazioni di scarico, ha portato allo sversamento in mare di diecimila tonnellate di olio combustibile. Secondo quanto si è appreso nelle ultime ore, i danni sarebbero ben più gravi di quanto ipotizzato nelle prime ore del disastro e sarebbero decine di migliaia i litri sversati.
Una task force composta da cento persone lavora incessantemente da due giorni, avvalendosi del supporto logistico di cinque autobotti e due autocisterne.
Pare che molto dell’olio sversato sia già stato recuperato dalle spiagge, ma resta in vigore il divieto di accesso e di balneazione nell’arenile, disposto dai sindaci di Sassari e Porto Torres.
Si tratta di una misura legata alla potenziale pericolosità del materiale, valida fino a quando non verrà meno questo pericolo. Invito i cittadini a non toccare il prodotto e a rispettare il lavoro delle autorità preposte. Spero che venga fatta immediata chiarezza e che fatti del genere non abbiano più a ripetersi. E.on dovrà farsi integralmente carico delle conseguenze negative sull’ambiente e sulla comunità. Mi rendo conto che la misura adottata è pesante per i miei concittadini che vivono un rapporto intenso con il mare. Per questo faremo in modo che tutto venga chiarito il prima possibile.
ha spiegato il sindaco di Porto Torres, Beniamino Scarpa.
Intanto restano accese, insieme alle preoccupazioni sulle ripercussioni ambientali della marea nera sarda, anche le polemiche sulla costruzione di quello che sarà il più grande deposito costiero di idrocarburi del Mediterraneo, progetto avviato dall’ENI, che porterà ancora più navi cisterna in transito in un tratto di mare che sarebbe invece da proteggere e da tutelare dalla più alta percentuale di incidenti simili, se non peggiori, a quello occorso oggi, cui va inevitabilmente incontro con l’apertura del sito.
[Fonti: Ansa; notizie.alguer.it]
[Foto: Lanuovasardegna.gelocal.it]
Commenti (9)