La buona notizia è che, almeno nell’immediato, non ci sono pericoli per imminenti disastri ambientali dovuti alla dispersione del carburante (quelli agli scogli protetti dell’Isola del Giglio ormai sono stati fatti). La cattiva è che però la situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro. Ad annunciarlo è la Smit, l’azienda incaricata del recupero della nave che si occuperà anche di contenere eventuali dispersioni, coadiuvata da specialisti italiani.
Se la nave restasse incagliata sopra lo scoglio, non ci dovrebbero essere problemi. Ma l’imbarcazione non è incastrata, e così con il mare che si sta ingrossando ed i venti in aumento che sono previsti per i prossimi giorni, il rischio è che questa si inabissi ancor di più, fino a raggiungere, si calcola, almeno 88 metri di profondità.
A bordo della Costa Concordia ci sono 2.000 tonnellate di carburante, talmente tante che il capo della spedizione per il recupero, Kees van Essen, ha ammesso che ci vorranno dalle 2 alle 4 settimane per recuperarlo tutto. In particolare ci vuole un giorno solo per elaborare il piano (presumibilmente oggi), più diversi altri per coordinarsi.
La priorità al momento rimane la ricerca di corpi, o di eventuali sopravvissuti, ma è innegabile che viste le poche speranze di trovare qualcuno ancora in vita, sta prendendo il sopravvento il rischio di disastro ambientale. L’Isola del Giglio è un’area protetta, e già l’aver distrutto uno scoglio è un danno, ma la dispersione del carburante avrebbe effetti ancor più devastanti per l’isola, per non parlare dell’inquinamento che si scatenerebbe in tutto il Mar Tirreno.
Ieri intanto è stata realizzata una barriera che circumnaviga la nave, denominata “cintura di protezione ambientale”, in modo tale da contenere eventuali sversamenti. Oggi l’operazione verrà completata con le panne costiere ancorate alle rocce e si cominceranno le operazioni di recupero del carburante. Ad ogni modo pare che la nave non debba essere rimossa prima della fine delle operazioni di recupero del carburante. Sempre che le correnti non ci pensino prima.
[Fonte: Corriere della Sera]
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Fabrizio Borelli 19 Gennaio 2012 il 12:45 pm
A me l’immagine proposta, sa più di Photoshop Disaster………