Finché a protestare sono gli ambientalisti nessuno dà peso alla questione. Quando lo fa il mondo scientifico qualcuno presta un minimo di attenzione. Ora a far notare che c’è qualcosa che non va è addirittura uno Stato sovrano, l’Australia, e speriamo che stavolta qualcosa si muova davvero. La denuncia arriva in seguito ad un rapporto pubblicato questa settimana, il quale ha preso in considerazione i cambiamenti climatici dal 1960 ad oggi. Confrontando le varie tabelle si è trovato il risultato che da anni la comunità scientifica rivendica.
Ondate di calore estremo, incendi, siccità sono sempre peggiori e sono destinati a diventare sempre più frequenti e forti in futuro. Solo tagli importanti alle emissioni di carbonio possono invertire questa tendenza, dicono gli scienziati della Commissione sul Clima istituita dal Governo australiano.
Il cambiamento climatico sta producento molti eventi estremi peggiori in termini di impatto sulle persone, sui beni, sulle comunità e sull’ambiente. Siamo molto preoccupati che il rischio di più frequenti e più gravi eventi meteorologici estremi sia in aumento, mentre continuiamo ad emettere sempre più gas ad effetto serra
ha affermato il commissario per il clima professor Will Steffen. A lui si è aggiunto il capo commissario Tim Flannery che ha pronunciato una frase molto chiara che dovrebbe essere ascoltata in tutto il mondo. Secondo Flannery i record vengono battuti in continuazione, e se non tagliamo le nostre emissioni, comporteranno eventi sempre più catastrofici.
Lo studio ha notato come dagli anni ’60 ad oggi il numero dei giorni caldi sia raddoppiato, fino ad arrivare a momenti estremi come i 43 gradi centigradi misurati per 3 giorni consecutivi nel Sud-Est dell’Australia nel 2009 ed i 980 decessi per colpi di calore che si registrano mediamente ogni anno. Ma ciò che più spaventa è l’effetto che i cambiamenti climatici avranno sull’economia, ed in particolare sull’agricoltura che diventa sempre più difficile in quel Paese, ma anche sulle infrastrutture e l’ambiente. La parte Occidentale dell’Australia ha ormai raggiunto un calo del 15% delle precipitazioni rispetto agli anni ’70, mentre gli incendi nell’anno 2009 sono costati alla collettività quasi 4 miliardi di euro.
Infine l’immancabile aumento del livello dei mari. Secondo il panel di scienziati l’oceano è già cresciuto mediamente di 20 cm rispetto ad un secolo fa a livello globale, e questo non fa altro che aumentare le inondazioni, triplicate rispetto alla metà del secolo scorso in Australia. Una situazione che se lì sta mostrando tutta la sua forza, è solo l’antipasto di quello che potrebbe succedere (ed in parte sta già succedendo) anche dalle nostre parti.
[Fonte: the Guardian]
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