Diplomatici sì ma a basso impatto. In occasione dell’anniversario del Protocollo di Kyoto, anche le ambasciate cercheranno di ridurre l’impronta ambientale generando meno emissioni. Un progetto ambizioso, quello allo start oggi, denominato Diplomazia a impatto zero, promosso in Italia dall’Ambasciatore del Costa Rica, Ortuño Victory, e da LifeGate che collaborano dal 2002 per affrontare concretamente l’annoso problema dei cambiamenti climatici.
La campagna diplomatica per la riduzione delle emissioni vede coinvolte le 190 ambasciate presenti sul territorio italiano. Tutte riceveranno il calcolo dell’impatto ambientale generato dalle loro attività.
Alfio Piva, Vice Presidente del Costa Rica, proprio ai microfoni di LifeGate Radio, ha annunciato la sfida, a dir poco ambiziosa, cui si appresta il suo Paese da qui al 2021: divenire il primo Stato al mondo a compensare in toto le emissioni di CO2 generate.
Perché coinvolgere le ambasciate nella lotta ai cambiamenti climatici ce lo spiega Simone Molteni, Direttore Scientifico di Lifegate:
La lotta ai cambiamenti climatici è una sfida globale e va affrontata con la collaborazione di tutti gli Stati. Proprio per rappresentare questa dimensione mondiale abbiamo deciso di coinvolgere tutte le ambasciate presenti in Italia. Il calcolo delle emissioni di CO2 è il primo passo necessario per ridurre l’impatto ambientale e avviare un percorso di sostenibilità.
Ortuño Victory ha spiegato che la sua Ambasciata ha inoltre deciso di sposare l’iniziativa Impatto Zero per compensare le emissioni prodotte dall’attività diplomatica. L’Ambasciatore costaricano in Italia è fiducioso sull’adesione al progetto delle altre ambasciate:
Sono sicuro che i miei colleghi accoglieranno positivamente questa iniziativa, ha dichiarato.
Le ambasciate possono fare molto per ridurre il loro impatto. Basti pensare ai viaggi aerei che sappiamo essere una fonte enorme di emissioni. Rinunciare alle missioni diplomatiche, ovviamente, non si può, e non è certo questo che pretendono i promotori dell’iniziativa, ma oggi esistono le teleconferenze e le delegazioni dovrebbero ridurre gli spostamenti al minimo poiché possono incontrarsi, parlare e tenersi in contatto anche senza percorrere migliaia di chilometri.
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