Gli oppositori della riduzione delle emissioni, specialmente gli americani, ma anche qualcuno qui in Italia, portano a sostegno della loro assurda tesi anche la motivazione del rincaro dei prezzi. Secondo questi irresponsabili infatti, l’energia solare, eolica e tutte le altre rinnovabili che si potranno ottenere nei prossimi anni costeranno molto di più rispetto a quanto non possono fare oggi petrolio, gas e carbone. Per fortuna non è così.
Secondo le stime di Cambridge Econometrics, una società di consulenza che fornisce modelli econometrici al governo britannico, è possibile raggiungere il taglio richiesto dai Paesi in via di sviluppo a quelli ricchi, cioè il -80% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, con costi molto contenuti.
Evitando per ora i discorsi dell’inflazione, la quale non è umanamente calcolabile da qui a 40 anni, la società britannica ha tentato di calcolare l’incremento del costo dei beni e servizi al 2050, ammettendo che l’inflazione fosse zero, cioè avessimo un valore del denaro pari a quello di oggi. Ebbene, nella maggior parte dei casi, il costo sui beni potrà aumentare soltanto dell’1-2% rispetto ad oggi.
Questo perché il costo di un articolo viene determinato solo per l’1 o il 2% dal costo della bolletta elettrica, ed aumentando di poco questa, si è calcolato che dal cibo ai vestiti, dalle automobili ai prodotti dell’informatica, l’aumento dei costi potrà rimanere sempre nell’ambito di quella percentuale.
Aumenti maggiori sono attesi soltanto nella bolletta elettrica casalinga, la quale si prevede possa costare il 15% in più (anche se raffrontato alle emissioni di Co2 risparmiate, quei 10-15 euro in più in bolletta non sono nulla), ed il costo maggiore si potrà avere soltanto per quanto riguarda le compagnie aeree. E’ vero che la scienza va avanti molto velocemente, ma se nel 2050 gli aerei saranno ancora inquinanti come lo sono oggi, oltre al costo aggiuntivo che c’è su tutti i prodotti, le compagnie dovranno anche pagare per i diritti ad inquinare. In questo caso il costo verrebbe riversato sul biglietto, e così ogni passeggero pagherà il 140% in più rispetto ad oggi.
Ma i benefici in ogni caso rimangono tanti, e vanno dallo stop all’innalzamento delle temperature, all’evitare i disastri conseguenti, ma anche un incremento dei posti di lavoro, visto che le energie rinnovabili e tutto il comparto hanno come potenzialità decine di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.
Se poi a tutto questo si aggiungesse anche un aiuto da parte dello Stato, che potrebbe fornire incentivi all’acquisto di apparecchiature a risparmio energetico o a produzione energetica, e favorissero la rete di distributori di energia elettrica per le auto, favorendo così anche il comparto dell’auto elettrica, tutti questi aumenti non sarebbero nemmeno percepiti dai cittadini, mentre ciò di cui ci si accorgerebbe sarebbe senza dubbio l’aumento della qualità della vita.
[Fonte: Repubblica]
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