In Italia, come in tutto il resto del mondo, si potrebbero ridurre le emissioni di CO2 e di gas climalteranti, risparmiare sulle risorse e le materie prime, tutelare di più il territorio e rendere le città più vivibili mangiando meglio…ossia seguendo una dieta sostenibile per noi, e per la salute del Pianeta. Questo vuol dire, a detta degli esperti di WiGreen, il forum sulla sostenibilità ambientale, che esistono alimenti “buoni” e alimenti “cattivi” o meglio “inquinanti” per il Pianeta.
Come spiega Ettore Capri, professore dell’Università cattolica di Piacenza e direttore del Centro di ricerca OPERA sullo Sviluppo sostenibile in Agricoltura
Siamo finalmente in grado di dimostrare che se la nostra alimentazione è equilibrata dal punto di vista nutrizionale, è anche sostenibile per l’ambiente. Fino ad oggi-continua lo studioso-gli scienziati hanno adottato metodi di valutazione molto specifici per valutare l’impatto ambientale degli alimenti, come ad esempio il water e il carbon footprint, che restituiscono risultati decontestualizzati rispetto al sistema sociale, alimentare e nutrizionale del territorio di riferimento: il risultato è che sembravano esistere alimenti buoni e cattivi per l’ambiente.
Eppure, come aggiunge Capri
Considerazioni di questo genere possono però essere fuorvianti: non è possibile valutare al chilo la qualità degli alimenti completamente diversi, né dal punto di vista nutrizionale, né tantomeno dal punto di vista ambientale.
Per questo WiGreen propone una nuova strategia e mette in pratica una vera e propria dieta sostenibile per noi e per il Pianeta che parte dalle buone pratiche alimentari e dal benessere del corpo. L’intervento del prof. Capri “Alimentazione e sostenibilità: verso un approccio equilibrato e consapevole” ha spiegato, ad esempio, come la frutta e la carne impattano sull’ambiente e come mentre la prima si può definire un alimento “buono”, l’altra è “cattivo” perché un italiano consuma in media 1 kg di frutta in poco più di 2 giorni, mentre 1 kg di carne sarebbe sufficiente per 5 settimane: dunque i due alimenti hanno un impatto ambientale equivalente nel nostro sistema alimentare.
[Fonte e foto: WiGreen]