Cozze capaci di eliminare le sostanze tossiche presenti nelle acque del depuratore di Nosedo, un quartiere della periferia sud di Milano. La scoperta arriva dopo mesi di ricerche ed esami compiuti dal gennaio scorso dalla Fondazione AquaLab in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, la Bicocca e l’Istituto Mario Negri, grazie ai finanziamenti della Fondazione Cariplo.
Il mollusco è la Dreissena polymorpha, un tipo di bivalve a metà strada tra una cozza, per la forma, e una vongola, a cui somiglia per il colore. 30mila cozze sono state prelevate dai laghi di Lugano e dal Lago Maggiore per depurare le acque di Nosedo. I molluschi filtrano le sostanze tossiche ed inquinanti disciolte nelle acque e le accumulano nei propri tessuti. Come è stato appurato da diverse analisi di laboratorio, le sostanze presenti nelle acque di Milano sono composte da residui di droga, tracce di farmaci di uso comune, prodotti per l’igiene personale e metalli pesanti. Tali sostanze poiché non raggiungono la soglia imposta dai limiti di legge non vengono monitorati, e dunque rimossi, dagli impianti di depurazione convenzionali. Ciò vuol dire che le sostanze inquinanti rimangono nelle acque della città che sono impiegate per l’irrigazione dei campi ma, come denunciano gli esperti, a lungo andare queste sostanze seppure in piccole quantità, potrebbero essere pericolose per l’ambiente e la salute come spiega Andrea Binelli, professore di Ecologia all’Università degli Studi di Milano
Ignorare le concentrazioni di inquinanti significa ritrovarsi sostanze nocive nei campi, sui prati e perfino a tavola; oggi in quantità modeste e non preoccupanti, domani forse con qualche preoccupazione in più.
Il progetto che impiega le cozze per depurare le acque di Milano per ora è un progetto pilota che durerà per i prossimi due anni. Solo al termine della sperimentazione si potranno ottenere dei risultati più precisi.
[Fonti: Il Corriere della Sera; Il Fatto Quotidiano]
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