Ci stiamo letteralmente “mangiando” altri Paesi. Sudafrica, Indonesia, Australia e parte degli Stati sudamericani vengono consumati ogni giorno per dar da mangiare ai Paesi stranieri. E tra questi stranieri la maggior parte sono europei. Lo denuncia oggi la Commissione Europea che ha dimostrato come, dal 1990 al 2008, nei cosiddetti polmoni della Terra sono stati strappati 239 milioni di ettari di foreste, la maggior parte delle quali sfruttate per scopi europei.
Secondo i calcoli dei commissari infatti, noi sfruttiamo queste terre il doppio di quanto non venga fatto dai Paesi dell’Asia Orientale e circa il quadruplo di quanto non faccia l’America del Nord. Uno dei fattori, e forse il più immediato, sembra essere il legname per fare mobili ed altre forniture. Ed invece no, la causa principale è la produzione di cibo. Oltre un terzo dei campi che vanno a sostituire le terre vergini è destinato ad agricoltura o all’allevamento per cibo che prenderà la via dei Paesi ricchi.
Soia, mais, olio di palma, riso e canna da zucchero, ma anche bovini e suini vanno ad ingrassare, in tutti i sensi, Europa, Stati Uniti e Cina, mentre vanno ad impoverire le terre in cui avvengono i disboscamenti, e di conseguenza anche il nostro pianeta che, come sappiamo, non è in grado di mantenere questo ritmo all’infinito.
La maggior parte delle grandi forniture agricole dell’Ue è basata sullo sfruttamento di terreni forestali di nuova acquisizione. Il Parlamento europeo deve rivedere le politiche legate al consumo di risorse provenienti da aree disboscate per ridurre la deforestazione del 50 per cento entro il 2020, come previsto dagli accordi comunitari. Dobbiamo ridurre il nostro impatto ambientale e far rispettare le norme necessarie per assicurare che i beni consumati arrivino da produzioni efficienti e sostenibili
ha spiegato Dante Caserta, presidente del WWF Italia. Ma cosa accadrebbe se non agissimo? Questi polmoni verdi contribuiscono a mantenere sotto controllo la temperatura atmosferica. Più si tagliano e più carbonio si accumula nell’atmosfera, comportando i classici fenomeni dell’effetto serra e del riscaldamento globale. Inoltre, secondo quanto spiega Caserta, le foreste proteggono l’80% della biodiversità mondiale. Tagliandole si mettono sempre più specie a rischio, rendendoci tutti più poveri.
Photo Credits | Getty Images
Lea 1 Marzo 2017 il 2:54 am
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