Secondo i dati preliminari elaborati dalla ONG brasiliana Imazon, la deforestazione nell’Amazzonia è calata del 16% negli ultimi dodici mesi. Una buona notizia, ma non ancora sufficiente a cantar vittoria, visto che 1.488 chilometri quadrati di foresta sono stati ugualmente cancellati. Questi corrispondono all’abbattimento di alberi per un ammontare di emissioni pari a 95,6 milioni di tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera che, secondo i calcoli di Mongabay, corrispondono all’incirca alle emissioni annuali della Grecia.
Per capire meglio queste statistiche, basti pensare che l’area di alberi che ogni anno vengono tagliati corrisponde all’incirca ad una superficie di poco più grande della città di Roma. Per non parlare del degrado delle foreste (terreni non completamente rasi al suolo, ma lo stesso gravemente colpiti) che nello stesso periodo di riferimento è purtroppo risultato simile ai dati dell’anno precedente.
Circa la metà della foresta persa lo scorso anno si trovava nello Stato di Para, e la perdita è stata causata dalla rapida espansione dell’agricoltura industriale. Il 23% della deforestazione è stata effettuata nella Regione del Mato Grosso, dove l’allevamento del bestiame e la produzione di soia dominano il mercato.
Imazon e INPE trattano con cautela questi dati, sottolineando che sono ancora preliminari, sulla base solo di un monitoraggio delle aree disboscate superiori ai 25 ettari. Dati più dettagliati, tracciando le superfici più precisamente, non saranno disponibili prima della fine dell’anno.
E così, se i dati venissero confermati, calerebbe l’entusiasmo che si era creato dopo una prima relazione sulla deforestazione in Amazzonia secondo cui il taglio degli alberi era diminuito del 50% circa nel periodo 2009-2010, con dati anche recenti dell’agenzia spaziale brasiliana che mostravano una riduzione del 48%. Mongabay descrive il motivo della discrepanza:
La differenza tra le stime dell’INPE e Imazon sono il risultato di differenze nel modo in cui la deforestazione viene osservata con dati MODIS – Imazon utilizza un metodo di rilevamento automatico della deforestazione, mentre INPE utilizza principalmente un’interpretazione visiva da parte degli analisti.
Come al solito le ONG e i Governi non vanno d’accordo, e se come sempre la ragione è più dalla parte delle organizzazioni indipendenti, forse il problema della deforestazione in Amazzonia è più lontano dalla soluzione di quanto si credeva.
Fonte: [Treehugger]
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