Durante il COP15 di Copenaghen, all’inizio di questo mese, il Brasile si è distinto tra le nazioni in via di sviluppo per il suo coraggioso impegno nel ridurre le emissioni di carbonio e ridurre la deforestazione della foresta Amazzonica, ed è stato forse il più deluso dai risultati. L’anno scorso, il Brasile si era impegnato a ridurre la deforestazione dell’80% entro il 2020, e sembrava che fosse sulla buona strada per realizzare tale obiettivo: il tasso di deforestazione era sceso al 64% rispetto al 2005.
Lo scorso novembre, tuttavia, mentre il mondo si preparava alla conferenza di Copenaghen, e mentre il Brasile si preparava a fare la sua parte per trovare una soluzione ai cambiamenti climatici, 75 chilometri quadrati di foresta amazzonica sono stati distrutti.
Il gruppo di “watchdog” amazzonico, l’Istituto dell’uomo e dell’ambiente (Imazon), è stato il primo a scoprire le devastazioni recenti, secondo un rapporto pubblicato su Globo. La quantità dei 75 chilometri quadrati è del 21% maggiore rispetto al novembre 2008, quando la deforestazione fece fuori 61 chilometri quadrati di foresta pluviale. Spiegano da Imazon:
La maggioranza (66%) della deforestazione si è verificata in aree private o in diversi stadi di proprietà. Il resto della deforestazione è stata riportata in insediamenti di riforma agraria (28%) e nel 6% delle aree protette.
Attualmente, il 20% della foresta amazzonica è stata distrutta e numerose soluzioni per salvare il restante 80% sono state presentate. Fino ad oggi, gran parte del successo del Brasile nel contrastare la deforestazione è venuto dall’intensificazione delle misure e dall’applicazione delle regole che aggiungono un maggiore controllo delle operazioni di allevamento. Recentemente, tuttavia, il presidente brasiliano Lula ha offerto l’amnistia agli allevatori dai nuovi regolamenti che dovevano entrare in vigore questo mese.
Tuttavia, la lotta alla deforestazione è stata a lungo una priorità dell’attuale leadership brasiliana, ed il modo con cui risponderà alle segnalazioni dell’aumento dei livelli di deforestazione, avvierà una riflessione sul suo impegno a combattere il cambiamento climatico. Secondo il Governo, la diminuzione del tasso atteso di deforestazione in Amazzonia si tradurrebbe in una riduzione delle emissioni nel paese di 580 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Imazon, che monitora l’Amazzonia via satellite, sottolinea che i 75 chilometri quadrati distrutti nel mese di novembre potrebbero in realtà essere molti di più, perché è stato possibile controllare solo il 68% della foresta pluviale a causa della copertura nuvolosa.
Fonte: [Treehugger]
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