Una prima stima della perdita di foreste nell’Amazzonia nel periodo agosto 2011-agosto 2012 ha fatto registrare un -23%. Nonostante le politiche di conservazione e la lotta al taglio abusivo delle foreste, più di un quinto della restante foresta Amazzonica è stato perso nell’ultimo anno. I dati, ancora provvisori, provengono dalle fotografie satellitari all’interno del progetto dello Stato brasiliano per la conservazione di uno dei polmoni del pianeta.
Devono ancora essere valutate alcune variabili come la nuvolosità, ma secondo le prime stime negli ultimi 365 giorni abbiamo perso 6.238 chilometri quadrati, un’area grande quasi quanto la Basilicata. Il Brasile si è impegnato a ridurre dell’80% la deforestazione entro il 2020, ma evidentemente non sta riuscendo a mantenere la parola data. Almeno non nel breve periodo. Ci sono troppi interessi, primi fra tutti quelli delle popolazioni che vivono nei pressi della foresta, da salvaguardare, e per questo nel Parlamento brasiliano si registrano ogni giorno battaglie su modifiche alle leggi che vanno in una o nell’altra direzione.
In tutta questa confusione ovviamente chi ne trae vantaggio sono coloro che agiscono nell’illegalità che continuano a fare affari d’oro. L’ultima proposta, proveniente dal Ministero della Scienza e della Tecnologia, è lo stanziamento di 48 milioni di dollari per cercare di spostare gli interessi delle popolazioni verso un tipo di economia più sostenibile, ma non è di certo un’impresa facile. Anche perché, come afferma Carlos Nobre, segretario per le politiche di ricerca-sviluppo e dei programmi presso il Ministero della Scienza e della Tecnologia di Brasilia, è l’applicazione delle leggi ed il controllo che mancano, e queste si sa quanto si fa fatica a rispettarle in tutti i Paesi del Sudamerica.
Per questo si spera che anche le Nazioni Unite facciano la loro parte fornendo risorse fondamentali a proteggere la foresta amazzonica che di questo passo in pochi anni potrebbe essere completamente distrutta.
[Fonte: Nature]
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