Notizie in chiaroscuro per il settore delle rinnovabili italiano. Se sperare che il Governo non tagli gli incentivi era davvero sperare troppo, almeno le proteste delle imprese del settore hanno ottenuto un risultato: limitare i danni. Per arrivare all’ufficializzazione del quarto conto energia bisognerà attendere un paio di settimane, secondo il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo entro la prima decade di aprile, ma anche se i dettagli non sono noti, le anticipazioni parlano di parecchi passi indietro effettuati dal Governo in tema di tagli agli incentivi.
L’aspetto forse più importante è che verranno tutelati gli investimenti già effettuati e che sarebbero caduti nel nulla se il vecchio disegno, redatto mesi fa, fosse passato. In particolare il taglio degli incentivi sarà “molto lieve” per quegli investimenti effettuati fino a maggio, mentre ci sarà un nuovo scalone fissato a partire dal 2012.
Altro aspetto importante: sarà eliminato il tanto odiato tetto di megawatt annuali. Al massimo, se un tetto ci sarà, riguarderà i milioni di euro elargiti e non la quantità energetica prodotta. Dal punto di vista del Governo si tratta di passi in avanti verso le piccole e medie imprese; dal punto di vista degli imprenditori invece è un danno che, seppur limitato, sempre di danno si tratta.
Ciò che nei giorni scorsi oltre 1.500 imprese hanno contestato alla Commissione Europea è in pratica il cambio delle carte in tavola a partita in corso. Molti degli investimenti sono stati fatti con la sicurezza della copertura finanziaria proveniente dagli incentivi fino al 2013 (terzo conto energia), mentre ora i tempi sono stati dimezzati. Gli operatori hanno chiesto all’Ue di intervenire in quanto l’Italia sta palesemente violando le regole della disciplina comunitaria sulla riduzione delle emissioni di gas serra e la promozione delle energie rinnovabili, e che le incertezze sui diritti che ognuno ha possono bloccare gli investimenti e paralizzare l’economia verde in quanto non diventa più possibile effettuare previsioni a lungo termine se poi le leggi cambiano con il cambiare delle stagioni. Si tratterebbe di un danno da 1.500 posti di lavoro e circa un miliardo di euro solo in Italia.
E l’Europa che fa? Nell’attesa che il quarto conto energia sia reso ufficiale, delinea il percorso che gli Stati membri dovrebbero intraprendere per bocca di Janez Potocnik, commissario europeo all’Ambiente:
Le risorse del mondo sono limitate, e l’Europa dipende dalle importazioni. E’ una questione non solamente ambientale ma è un tema essenziale per la competitività del sistema-Europa. L’incidente atomico in Giappone porterà a un ripensamento degli indirizzi nucleari, ma sarà una scelta di ogni Paese. Abbiamo deciso di rendere più severi gli standard di sicurezza, ma l’incidente di Fukushima ci impone di rafforzare il contributo delle fonti rinnovabili di energia per compensare la riduzione prevedibile del nucleare. Il sostegno al settore deve essere prevedibile e a lungo termine.
Esattamente quello che chiedono gli imprenditori e l’esatto opposto di quanto vuol fare il Governo italiano. Queste belle parole poi verranno tradotte in fatti? Staremo a vedere.
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[Fonti: il Sole 24 Ore; Ansa; Pmi]
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