Il decreto sull’Ilva di Taranto del Governo Renzi ha fatto arrabbiare praticamente tutti, dal sub commissario Edo Ronchi, che ha ribadito di recente la volontà di abbandonare la posizione, all’Arpa e agli ambientalisti passando per molti altri. Dopo la pioggia di critiche è giunto alla fine un passo indietro del Governo che ha rivisto i punti che lo stesso Consiglio dei Ministri aveva rimosso dal testo reinserendo anche la possibilità di utilizzo dei fondi sequestrati alla famiglia Riva per la bonifica e il risanamento ambientale dell’acciaieria pugliese.
Il Governo Renzi incassa le critiche su quello che in effetti era un decreto per diversi aspetti difficile da comprendere. Di recente anche l’Arpa Puglia si è espressa dopo Edo Ronchi, Nichi Vendola, rappresentanti ambientalisti e figure politiche, praticamente tutte insoddisfatte del provvedimento. Ed è così che sulle modifiche al testo volute direttamente dal Consiglio dei Ministri il decreto Ilva del Governo Renzi è cambiato di nuovo. Anzitutto va precisato che ormai è la definizione impropria, il testo è diventato un emendamento al DL sulla competitività, in secondo luogo c’è stato un netto passo indietro su una delle scelte in assoluto più criticate in precedente: i fondi sequestrati ai Riva potranno essere usati per la bonifica ambientale dell’impianto siderurgico di Taranto. E tuttavia, su un altro punto caldo, quello relativo alla creazione del ruolo del commissario ambientale, nessun passo indietro. La figura autonoma non esisterà. Il Governo si è sbottonato appena un po’ parlando di maggiori poteri al subcommissario ambientale, ma non è certo un cambiamento di rilievo (il reale potere di un subcommissario in un caso come quello dell’Ilva, che non può agire in autonomia, è sempre tutto da vedere).
E lo sa bene Edo Ronchi, che intervistato al riguardo dal fatto conferma la volontà di non accettare il rinnovo dell’incarico come subcommissario dell’Ilva. Naturalmente c’è da chiedersi ora chi potrebbe subentrare a Ronchi. Uno dei nomi senz’altro più interessanti è quello del professor Erasmo Venosi, in passato vicepresidente della commissione Aia, ma al momento resta solo un’ipotesi e solo con le prossime settimane scopriremo davvero come si evolverà la situazione. Anche perché occorrerà capire se il commissario Gnudi vorrà utilizzare i fondi dei Riva per risanare gli impianti oppure no, poiché non è scontato che ciò accada. Si continua a parlare anche di vendita dello stabilimento e la situazione è – come al solito – estremamente ingarbugliata. Intanto gli impianti, inutile dirlo, continuano a inquinare. Il testo voluto dal Governo Renzi non è davvero niente di rivoluzionario e al contrario, fa pensare che per l’Ilva di Taranto, ancora una volta, siamo alle solite. Il DG dell’Arpa Puglia Assennato ha criticato duramente il testo, sottolineando “l’introduzione di ulteriori genericità” nei confronti del piano ambientale, con allungamento di alcuni termini per il risanamento e la “piena autonomia” sull’80 per cento delle prescrizioni ambientali da seguire entro luglio 2015. Ancora una volta, tanta fiducia nei confronti della gestione dello stabilimento che tutto dovrebbe fare purché ispirare fiducia, se si guarda alla storia non solo degli ultimi anni ma degli ultimi decenni.
Photo credits | Getty Images
Edward 1 Marzo 2017 il 1:01 am
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