Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha appena firmato il tanto contestato decreto sulle rinnovabili. Il provvedimento aveva suscitato tantissime polemiche, come ad esempio le 14 mila lettere inviate tramite Facebook, attraverso le varie associazioni ambientaliste che si sono schierate contro una legge che, con la scusa di seguire le direttive europee, le percepisce distorte e che alla fine rischia di distruggere il mercato italiano.
Il decreto fonti rinnovabili è stato cambiato all’ultimo momento, ed almeno sono state apportate delle modifiche in positivo. Ad esempio il taglio sui certificati verdi, che in una prima stesura era del 30%, è stato ridotto al 22%, ancora tanto ma meno netto rispetto a prima. E’ stata anche cancellata la norma che sospende gli aiuti al fotovoltaico sopra gli 8.000 MW, anche se rimangono intatte le misure che non piacciono agli operatori del settore e che pongono dei limiti all’azione delle banche. Rimane invece il limite al 10% dei terreni agricoli da dedicare agli impianti energetici (tranne che per i campi abbandonati da più di 5 anni).
Nonostante questi aggiustamenti, le associazioni si dicono scontente ed hanno indetto una manifestazione di protesta per la prossima settimana. Anev, Aper, Asso Energie Future, Assosolare, Ises e Gifi hanno indetto un incontro pubblico a Roma per giovedì 10 marzo per dibattere sul problema con esperti del settore, imprenditori e comuni cittadini, mentre Legambiente, Wwf e Greenpeace scenderanno in piazza la settimana prossima. Inoltre i legali delle aziende interessate stanno già preparando migliaia di ricorsi in quanto le indicazioni dell’Unione Europea non sono così drastiche come quelle adottate dall’Italia, e che il Governo spaccia come obbligatorie.
Il motivo per cui il Governo Berlusconi attua questa norma ammazza-rinnovabili è facile da immaginare, ed Angelo Bonelli dei Verdi ha deciso di dirlo una volta per tutte:
il Governo ha scelto di sabotare le rinnovabili per favorire il nucleare.
Una frase forte, ma che riteniamo incontestabile.
[Fonte: Ansa]
giovane 8 Marzo 2011 il 11:30 am
Grazie di tutto, sono uno studente che ha appena fatto un corso di studi per lavorare in questo settore. Grazie, perchè io come giovane “bamboccione” non ho voglia di lavorare. Grazie, per essere sempre coerenti con i cittadini. Grazie per il futuro che state dando a me e alla mia famiglia.
Io, vi darò il mio voto CONTRO il nucleare. L’ultima soddisfazione che posso avere prima di emigrare da questo paese (con la lettera piccola , alla faccia del 150°).
solaricco 8 Marzo 2011 il 7:12 pm
Qualsiasi tecnologia con incentivi di questa entità si sarebbe affermata sulle altre.
Una tecnologia è matura e funzionale quando tutti ne possono usufruire e disporre.
La svolta del fotovoltaico è dovuta essenzialmente ad una sproporzione dell’azione incentivante che ne ha determinato uno sviluppo abnorme, che non potrà essere sopportato a lungo dal sistema.
Per come si è sviluppato il fotovoltaico ha rappresentato nuovamente uno strumento per togliere ai poveri e dare ai ricchi.
Quindi un ripensamento sugli incentivi al fotovoltaico che non rappresenta tutte le rinnovabili, ed una loro rimodulazione, che tenga conto del rapporto costo benefici delle varie tecnologie disponibili, riconsiderando anche le rinnovabili termiche è sicuramente necessario e auspicabile a brevissimo termine.
Marco Mancini 9 Marzo 2011 il 1:08 pm
va bene ridurre gli incentivi perché magari finora sono stati alti, ma le questioni che non vanno qui sono due:
1. gli incentivi vengono tranciati di colpo, senza un passaggio graduale e soprattutto preannunciato, le banche che ieri ti concedevano un prestito oggi improvvisamente non te lo concedono più e le aziende non hanno il tempo di riorganizzarsi;
2. non è che i soldi non ci sono, è che vengono sottratti alle rinnovabili per agevolare il nucleare. E sinceramente non si capisce a chi possa servire questa scelta. Di certo non agli italiani.