Sul decreto fonti rinnovabili è intervenuto ieri il premier Silvio Berlusconi, cercando di stemperare la tensione sul blocca-solare che serpeggia, insieme ad un’ondata di malcontento irrefrenabile, nel mondo della green economy. Banche, imprese, ambientalisti, lavoratori e persino studenti che si stanno formando in questo settore, non nascondono la sfiducia sul dl di attuazione della Direttiva 2009/28/CE che, così com’è stato formulato, rischia di paralizzare un intero comparto che porta ricchezza, occupazione e sostenibilità al Paese.
All’indomani della manifestazione a Roma Sos rinnovabili, Berlusconi rassicura le associazioni:
Presto il quadro dei nuovi incentivi consentirà alle aziende del settore la programmazione di investimenti per un mercato maturo di lungo periodo in vista degli obiettivi europei per il 2020.
Il premier, così come aveva ribadito in precedenza lo stesso Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, spiega che la misura si è rivelata necessaria per alleggerire le bollette dei cittadini, gravate da un boom nel settore fotovoltaico che era necessario calmierare. Non la pensano evidentemente allo stesso modo le banche estere in Italia che, in una lettera inviata dall’Aibe al sottosegretario Gianni Letta, hanno espresso tutto il loro disappunto sul decreto fonti rinnovabili che, se non venisse corretto, spiegano, provocherebbe
un inevitabile blocco delle iniziative di finanziamento in corso, e sarebbero indebitamente favorite speculazioni sulla compravendita dei titoli abilitativi già in essere.
Confindustria, nel giudizio meramente personale del vicepresidente Salomone Gattegno, ha parlato di effetto catastrofico del decreto sulle fonti rinnovabili. L’appuntamento, per tutti, è con il ministro Romani il prossimo 15 marzo, in vista di un
un incontro al massimo livello cui parteciperanno i ministri interessati quali Giancarlo Galan, Stefania Prestigiacomo e al quale prenderanno parte anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari, gli operatori di rete a altre associazioni che eventualmente non si riconoscono in Confindustria.
Franceschini (PD) chiede a Fini che si fissi per la prossima settimana una mozione che impegni il Governo a correggere il dlgs.
[Fonte: Adnkronos]
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