La Virgin Atlantic, con il volo Heathrow-Amsterdam del 24 febbraio, ha dato ufficialmente il via all’impiego di biocarburante nell’aviazione civile.
Il Boeing 747 della compagnia aerea fondata da sir Richard Branson, ha impiegato per uno dei suoi 4 motori un propellente ricavato dalle noci di cocco e da altre noci, mescolato con il kerosene. Il volo, che è durato circa un’ora e mezzo, ha inaugurato una meritevole iniziativa della Virgin per eliminare la dipendenza dagli idrocarburi.
Sir Branson ha dichiarato che il volo ha segnato una svolta fondamentale per l’intera industria del trasporto aereo:”Questo debutto della bioenergia nell’aviazione consentirà a chi è davvero interessato a ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, di imboccare il percorso verso i combustibili del futuro.”
Non la pensano allo stesso modo gli ambientalisti, che hanno definito questa iniziativa una semplice trovata pubblicitaria, per depistare dai problemi dell’inquinamento da idrocarburi, che non possono certo risolversi con i biocarburanti. O almeno non totalmente.
Il dottor Doug Parr, a capo degli scienzati di Green Peace, ha accusato la Virgin di voler dirottare l’attenzione quando l’unica soluzione possibile al problema resta bloccare la continua espansione degli aereoporti e del traffico aereo.
–I biocarburanti possono fare ben poco per bloccare le emissioni– ha dichiarato Kenneth Richter, membro di Friends of the Earth.
Malgrado le polemiche degli ambientalisti, la ricerca sul biocarburante per alimentare i velivoli continua: attualmente si cerca una soluzione al rischio più comune provocato dai biocarburanti, il congelamento ad alta quota.
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