Continua ad infuriare la polemica generata dal caos sulla messa al bando dei sacchetti della spesa inquinanti, in vigore, se vi pare, dal primo gennaio 2011. Si fa presto a dire addio alla tradizionale busta di plastica se a rimetterci non sono le casse dello Stato quanto piuttosto i cittadini. Con questo non intendiamo affatto negare la validità della 296 ed il merito del Governo che fortunatamente non ha concesso ulteriori proroghe all’entrata in vigore del decreto ma fa riflettere come il costo del sacchetto bio, superiore a quello delle buste andate in pensione, vada a pesare sul consumatore quando quelle maggiormente pericolose per l’ambiente erano in molti supermercati addirittura gratis.
Ed ora che succede? La sostenibilità ha un prezzo più alto e nessuno vuole pagarlo. Non lo Stato certamente che non ha previsto incentivi che rendessero più morbido il passaggio dall’una all’altra versione degli shoppers. Non i negozianti che, giustamente, fanno notare che questo tipo di sacchetti gli viene a costare di più e non intendono rimetterci.
Tra i due portafogli, il terzo paga. Ed il terzo è il nostro, quello dei cittadini. In un articolo apparso ieri su Repubblica, si prende in esame il caso di Milano, dove il sacchetto di plastica bio arriva a costare dai 10 ai 20 centesimi.
I negozianti spiegano che gli shoppers ecologici
Costano più del doppio di quelli vecchi e siamo costretti a far pagare la differenza al cliente.
Nei negozi di alimentari, nelle rosticcerie, nelle panetterie, dal fruttivendolo, ovunque, si solleva il malcontento rassegnato ad alzare i prezzi dei gestori e riecheggiano frasi come
Non potrò fare a meno di farli pagare ai clienti, mi dispiace, ma non so come potrei fare altrimenti.
Il sacchetto non l’abbiamo mai fatto pagare: certo, se i costi della versione ecologica sono questi per noi si profilerebbe una spesa davvero eccessiva.
Se prima la borsa era gratis, d’ora in poi costerà tra i 10 e i 20 centesimi ma stiamo anche valutando la possibilità di ritoccare leggermente i cartellini dei prodotti.
E allora meglio attrezzarsi, cari amici di Ecologiae, anche perché, pure nei supermercati in cui il prezzo dell’eco-shopper è di soli 5 centesimi, queste buste sono troppo sottili e si rompono appena si fanno due passi. Assolutamente inutili, dunque. Meglio dotarsi del trolley, ne ho acquistato uno a 7 euro, o della sporta riutilizzabile. Esselunga la vende a 0,99 centesimi. Purtroppo, anche in ipermercati famosi, a chiederla il 31 dicembre mi sono sentita rispondere che non ne vendevano e che erano state distribuite a novembre, ora non più. Bella mossa, non c’è che dire. Io mi aspettavo di trovarle vicino alle casse, come le caramelle, per incentivare il cliente a comprarle. O che ogni negoziante ne realizzasse di sue, magari al posto dei calendari, per darle in regalo ai clienti e farsi anche pubblicità a basso costo. A voi com’è andata? Raccontateci, se ne avete voglia, cosa accade dalle vostre parti.
Roberto 28 Novembre 2016 il 7:58 pm
Salve…proprio oggi mi sn accorto.. Che in un negozio mi hanno fatto pagare una semplice busta di plastica biodegradabile 35centesimi… La mia domanda è questa..può un negoziante farmi pagare una semplicissima busta di plastica ripeto semplicissima busta di plastica biodegradabile 35 cent….???posso fare qualcosa??? A parte cambiare negozio…grazie
eebest8 23 Giugno 2018 il 12:49 pm
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