Con l’aumento del costo dell’energia, i cittadini di tutto il mondo hanno a disposizione adesso numerose alternative al pagamento della classica bolletta inquinante derivata dal lavoro delle centrali a petrolio, carbone o gas. Le tecnologie odierne permettono a tutti di installare autonomamente all’esterno della propria casa delle piccole centrali solari, eoliche, geotermiche e idroelettriche, investendo all’inizio e recuperando il costo con il risparmio sulla bolletta (e sull’inquinamento).
Ma quanto ci costa tutto questo? Ovviamente il costo varia a seconda dell’uso e della disponibilità di risorse nella vostra zona, ma in questo modo c’è da apprezzare prima di tutto la possibilità di scelta, e poi la possibilità di guadagno ulteriore, in caso di produzione eccessiva, in quanto l’eccedenza può essere rivenduta. Abbiamo provato a tirare delle somme sul costo di ogni singola fonte, ed ecco che cosa ne abbiamo ricavato. Da oggi proveremo ad analizzarne uno al giorno, per poterci soffermare meglio sui dettagli.
Energia solare: di gran lunga la più comune. Il costo effettivo di quest’impianto non finisce sostenendo l’acquisto o il montaggio delle celle, ma soprattutto consiste nel mantenerlo sempre efficiente per tutta la durata della sua vita (25-30 anni). C’è anche da valutare la quantità di sole che batte sulla vostra casa, la posizione dell’abitazione e altri fattori esterni. Prendendo come esempio il massimo del consumo, che è quello che possono “vantare” le case americane, ogni abitazione ha un fabbisogno di circa 11 mila kWh all’anno (niente paura, quelle europee consumano molto meno). Da un’impianto solare si può ricavare circa la metà del fabbisogno, e così il costo potrebbe aggirarsi tra i 26 mila e i 38 mila euro (alcuni di essi però potrebbero essere recuperati con gli incentivi statali), inclusa la manutenzione.
Il risparmio annuale sulla bolletta potrebbe aggirarsi sui 1000-2000 euro (anche se non è registrabile l’aumento futuro delle bollette, che al momento non è quantificabile, ma è sicuro che ci sarà, ed eventuali scambi sul posto che comportano ulteriore guadagno), portando anche prima della “morte” dell’impianto al recupero totale del suo costo, ad un paracadute nel caso di aumenti del petrolio, e soprattutto ad aver contribuito alla salvezza del pianeta.
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