Cominciano a capirsi cause ed effetti e cominciano a definirsi i numeri delle vittime e dei dispersi, a due giorni dal naufragio della nave Costa Crociere. Nel nostro blog di informazione sull’ecologia e l’ambiente non possiamo occuparci delle vite umane e della sofferenza che questa tragedia, facilmente evitabile, ha comportato. Possiamo però fare un bilancio di quello che sarà il danno ambientale nelle acque del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, in cui si trova l’isola del Giglio e, i 224 fusti contenenti sostanze tossiche e infiammabili, perse dalla Grimaldi Lines o scorso 17 dicembre.
In una situazione già compromessa da un potenziale disastro ambientale, la presenza della nave di Costa Crociere incagliata negli scogli dell’isola del Giglio, va ad aumentare i rischi per l’ecosistema marino e per l’area protetta dell’Arcipelago Toscano. La nave, appena partita dal porto, contiene 2.300 tonnellate di olio combustibile. Il monitoraggio e il controllo costante della protezione civile del mare e degli esperti del Ministero dell’Ambiente per l’anti-inquinamento marino non rassicura, tuttavia che la nave possa spezzarsi e riversare in mare il suo contenuto. Nelle prossime 48 ore le operazioni di salvataggio riguarderanno il recupero delle vite umane, 16, che potrebbero ancora essere vive a bordo della nave. Solo in un secondo momento ci si occuperà del recupero del commestibile.
Intervenuto in modo tempestivo il ministro Clini ribadisce di come sia necessario evitare che il combustibile finisca in mare. Le operazioni congiunte degli esperti dei quattro battelli Tirreno, Tito, Iveco e Eco-Giglio si svolgerebbero in tempi brevissimi: si stima che in 4 ore si potrebbe circoscrivere l’area con panne di contenimento, 1.200 metri sono già disponibili; poi si procederebbe con la stesura delle panne di assorbimento e, nelle 24 ore successive si metterebbe in atto la pulitura per aspirazione con lo skimmer dell’olio combustibile. Gli uomini rassicurano che i mezzi sono pronti ad intervenire anche se, come ricorda Clini, ci sono pochissime risorse
I tagli della legge di stabilità del 2010 fanno sì che siamo oggi a un impegno più di volontariato che a strutture ordinarie.
La strategia di intervento verrà stabilita nella riunione tecnica già fissata per l’emergenza dei fusti tossici in mare, nelle prossime ore.
[Fonte: Ansa]