La Costa Concordia sarà portata a Genova e lo spostamento del relitto, come è facile immaginare, rappresenta un’operazione molto delicata. Di recente Costa Crociere ha diffuso il progetto per il trasferimento e lo smaltimento del relitto, in cui si parla di possibili perdite di idrocarburi e delle misure anti inquinamento previste.
Molto interessante il rapporto di Costa Crociere sullo spostamento della Costa Concordia a Genova, porto dove la nave di crociera naufragata sarà smaltita. La compagnia scrive che si
prevede possano avvenire rilasci a mare di acque interne, sostanze e preparati censiti all’interno e idrocarburi
aggiungendo tuttavia che l’impatto ambientale delle delicate operazioni di rimozione della nave di crociera sarà lieve “temporaneo e poco significativo”. Eppure la preoccupazione per l’impatto ambientale permane, soprattutto se, come ha sottolineato Il Fatto Quotidiano di recente, si considera il tragitto che il relitto affronterà, che lo vedrà avvicinarsi a diverse zone naturali di grande importanza. Lungo il percorso per lo spostamento della Costa Crociere il relitto passerà a 10 km da Giannutri, a 25 dalla Corsica e a 10 da Capraia. Nonostante ciò, sempre secondo il rapporto della compagnia di crociera, il tragitto è stato elaborato tenendo conto da un lato del traffico marino, dell’altro proprio della presenza di eventuali aree marine protette.
Ma, come accennato, il rapporto contiene interessanti informazioni anche sulle misure anti inquinamento che saranno prese durante lo spostamento della nave da crociera. Le misure
prevedono l’installazione di panne assorbenti attorno al relitto, trainate da due rimorchiatori. Uno skimmer di recupero olio verrà messo in mare da un terzo rimorchiatore all’apice dell’arco. [Si prevede inoltre] una rete da pesca a poppa del relitto, mantenuta in tensione da due imbarcazioni dedicate.
Il rapporto di Costa Crociere sullo spostamento della Costa Concordia ha inoltre stimolato nuovamente il dibattito sul porto di Piombino. Il possibile rilascio di idrocarburi e di altre sostanze ha infatti portato il presidente della Regione Toscana Enrico rossi a intervenire nuovamente ricordando la vicinanza del porto toscano.
Confermano la nostra analisi: tenere per 5 cinque giorni la nave in mare significa moltiplicare per cinque il rischio. A settembre il porto di Piombino sarà pronto. Noi continuiamo a chiedere che si tenga in considerazione Piombino. Loro ci hanno impiegato tre anni per preparare lo spostamento, se si aspetta ancora qualche mese e si fa in modo di inquinare meno è meglio per tutti.
Tuttavia il rapporto di Costa Crociere (ma delle criticità in merito al porto di Piombino erano effettivamente note già da tempo) dipinge una situazione del tutto inadatta allo spostamento del relitto nel porto toscano. Si ricorda che l’offerta di Piombino era meno vantaggiosa dal punto di vista economico, rispetto a quella di Genova, ma soprattutto si parla di inidoneità alla ricezione del relitto e della mancanza di un cantiere di demolizione, fattore quest’ultimo considerato di estrema rilevanza. Si legge nel rapporto che Piombino, per il proprio porto,
non è stata in grado di dimostrare il possesso di alcuna certificazione relativa al cantiere né di poter garantire che una volta realizzato questo soddisferà i requisiti necessari.
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