L’allarme lo aveva lanciato il capo della Protezione Civile Gabrielli che aveva spiegato, una settimana dopo il naufragio della Costa Concordia, che anche se non era fuoriuscito del carburante, il disastro ambientale ci sarebbe stato comunque. Secondo quanto affermato in occasione di una conferenza stampa, ci sarebbero oli, vernici ed altre sostanze chimiche che sono state riversate in mare e che possono provocare ingenti danni all’ambiente. Ma se già questo quadro ci sembrava fosco, Greenpeace lo tinge con colori ancora più scuri dato che afferma che questa dichiarazione non fa altro che sottovalutare il problema.
Ed in effetti, come abbiamo visto nei giorni successivi, ci si è concentrati sul carburante che proprio negli ultimi giorni ha cominciato a defluire dai serbatoi della nave, e ci si è dimenticati in fretta di tutto il resto. Insorge dunque l’associazione ambientalista che, attraverso la responsabile della campagna inquinamento Vittoria Polidori, spiega che:
L’uso di termini generici come “pitture e smalti” o “insetticida” non permette di effettuare stime apprezzabili dei rischi per l’ambiente. Parlare di 50 litri di insetticida liquido e di 1,8 chili di insetticida gel senza specificare di quale insetticida si tratti non ha senso. Molti composti, una volta dispersi nell’ambiente, sono in grado di accumularsi in pesci e molluschi contaminando la catena alimentare fino all’uomo. Nel lungo periodo, l’esposizione a queste sostanze può comportare serie ripercussioni sulla salute, talora in maniera irreversibile (come nel caso di quei composti che sono accertati cancerogeni per gli esseri umani).
Tra le sostanze più pericolose c’è sicuramente la candeggina, che secondo le stime ammontava a circa una tonnellata sulla nave. Questa infatti può produrre in acqua i trialometani, dei composti cancerogeni per l’uomo. E speriamo che la nave possa essere rimossa tutta intera perché se si dovesse spezzare finirebbe in mare di tutto, provocando un disastro ambientale che nemmeno un rapporto dettagliato come il Toxic Costa di Greenpeace può stimare. Il pericolo peggiore però deriva dal carburante IFO380, talmente pericoloso da essere vietato nella zona dell’Antartico e che sarebbe devastante per l’uomo, ma anche per la fauna marina ed i coralli. E’ evidente che la paura per la Concordia non è finita con la messa in sicurezza del carburante, e non passerà finché la nave non sarà trasportata in un luogo sicuro.
Photo Credits | Getty Images
Dotty 1 Marzo 2017 il 1:32 am
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