Arrestato Corrado Clini, ex Ministro dell’ambiente: l’accusa è di peculato per un finanziamento destinato al risanamento del settore idrico in Iraq. Si parla di una sottrazione di fondi per 3,4 milioni di euro da parte di Clini e di un altro imprenditore che, come l’ex ministro, si trova al momento agli arresti domiciliari.
Un altro ex Ministro finisce nel mirino della giustizia italiana: si tratta di Corrado Clini, Ministro dell’ambiente all’epoca del Governo Monti, cui è succeduto Andrea Orlando e quindi l’attuale Ministro Gianluca Galletti, Clini si ritrova al centro di uno scandalo di dimensioni ragguardevoli, soprattuto se si considera che l’accusa è quella di peculato in concorso ai danni proprio del Ministero dell’ambiente.
A seguito dell’indagine realizzata dalla Procura di Roma assieme al Nucleo speciale di tutela della spesa pubblica della Guardia di finanza della capitale, alla Procura di Lugano e alla Polizia giudiziaria svizzera, sono scattati gli arresti domiciliari per l’ex Ministro Clini con l’accusa di peculato collegato a un finanziamento di 54 milioni di euro che lo stesso Ministero aveva erogato per un
progetto volto alla protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq
dal quale secondo l’accusa sono stati sottratti, dall’ex Ministro dell’ambiente con la collaborazione di un altro imprenditore della zona di Padova, 3,4 milioni di euro. L’ingegnere e imprenditore padovano coinvolto assieme a Clini risulta essere socio dello studio che si è occupato del progetto ambientale per il quale era stata decisa l’erogazione di oltre 50 milioni di euro.
Importante tuttavia sottolineare che l’indagine che ha portato all’arresto di Corrado Clini si riferisce a un progetto – denominato New Eden – datato 2003: all’epoca Clini ricopriva tuttavia già un ruolo all’interno del Ministero, occupandone la poltrona di direttore generale. Va da sé che i risultati dell’inchiesta portata avanti dalla Procura capitolina e non solo, gettano un’ombra sulla trasparenza dell’operazione voluta a suo tempo dal ministero per il recupero del territorio iracheno, per la preservazione delle risorse idriche e faunistiche locali.
Corrado Clini, figura politica dalla formazione medica, era diventato Ministro dell’ambiente nel novembre del 2011 con il governo tecnico di Mario Monti, ma vanta venti anni alla direzione generale del ministero stesso, presso il quale ricopriva tutt’oggi un ruolo di primo piano come direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia.
L’accusa di distrazione di fondi da parte dell’ex Ministro per la bonifica di zone comprese nel bacino del Tigri e dell’Eufrate, nel territorio iracheno, rappresenta quindi un colpo particolarmente duro per la credibilità del Ministero dell’ambiente italiano, sempre al centro di forti e spesso ben motivate critiche da parte della stampa di settore e dei cittadini. Un Ministero già da molti anni in forte difficoltà per la mancanza di fondi e di libertà nonché per la tendenza a utilizzarne le poltrone come merce di scambio nelle contrattazioni politiche (ormai quasi più nessuno si chiede il motivo della nomina del commercialista dell’UDC Galletti come nuovo ministro, UDC che peraltro è uscita ulteriormente ridimensionata dall’ultima tornata elettorale).
Un duro colpo per Clini ma un colpo anche per il Ministero dell’ambiente, per il quale si continua a sperare in un cambio di rotta che, tuttavia, per il momento non sembra essere all’orizzonte.
Photo Credits | Getty Images