I Ministri dell'Unione Europea hanno ratificato gli accordi di Parigi sul clima. Approvazione anche in India. Sempre più vicina la soglia che permetterà l'entrata in vigore degli accordi della COP21.
È una accelerazione decisa quella che nelle ultime settimane sta accompagnando l’iter di approvazione degli accordi di Parigi sottoscritti quasi un anno fa durante la COP21. La ratifica degli accordi da parte degli Stati Uniti e della Cina ha, come prevedibile, dato un notevole impulso al percorso internazionale di approvazione generando un positivo effetto domino. Adesioni di peso nelle ultime ore sono arrivate dai Ministri dell’Unione Europea e dall’India e molti altri paesi chiave si apprestando a fare altrettanto. In queste condizioni appare ormai molto vicino il raggiungimento delle condizioni che renderanno attivo ed operativo l’accordo.
L’Unione Europea approva gli accordi della COP21
È stato definito da più parti come un passaggio storico quello in cui i Ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno ratificato gli accordi di Parigi. L’approvazione è avvenuta durante una seduta straordinaria dell’Environment Council del 30 settembre a Bruxelles. Per domani 4 ottobre è attesa l’approvazione anche da parte del Parlamento Europeo che completerà l’iter istituzionale. Salvo imprevisti quindi, l’Unione sarà in grado di depositare la propria ratifica presso le Nazioni Unite già nei prossimi giorni.
Il percorso di ratifica delle decisioni assunte durante la COP21 è stato portato a termine più rapidamente nelle istituzioni dell’Unione di quanto non siano stati in grado di fare la gran parte degli stati membri, Italia inclusa.
L’approvazione a livello di Ministri dell’Ambiente è stata accolta molto positivamente dal Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker che voluto sottolineare come questo atto formale sia la riprova della volontà europea di mantener fede agli impegni assunti alla COP21. Junker ha poi evidenziato come la capacità di trovare un terreno comune tra gli stati membri dell’Unione possa produrre effetti superiori alla somma delle singole azioni nazionali.
Miguel Arias Cañete, commissario europeo al Clima ed all’Energia, a sua volta ha voluto sottolineare come lo spirito di unità e solidarietà tra gli stati membri ha permesso si approvare rapidamente una ratifica che i più scettici ritenevo molto difficoltosa. Cañete ha anche ricordato come sia ormai prossimo il raggiungimento delle condizioni che renderanno operativo e vincolante l’accordo della COP21 (ne riparleremo più avanti in questo articolo).
Anche a prescindere dalla ratifica, a livello comunitario sono già in approvazione le norme quadro che dovranno ridurre le emissioni della UE del 40% entro il 2030.
Cina, USA e India. I giganti ratificano l’accordo
Non è solo l’Unione Europea a trovarsi nel pieno delle procedure per la ratifica degli accordi di Parigi. Anzi in questa circostanza i singoli paesi europei e la stessa Unione Europea sono stati battuti sul tempo da altri giganti dell’economia e della politica globale.
In ordine di tempo è giunta ieri 2 ottobre la ratifica da parte dell’India. Si tratta di una adesione di peso anzitutto in termini politici che porta dalla parte dei paesi aderenti una delle economia in più rapida crescita ormai da molti anni. Ma la ratifica degli impegni della COP21 da parte dell’India ha anche una notevole rilevanza numerica: il paese asiatico è uno dei maggiori responsabili delle emissioni mondiali di gas serra ed il suo contributo avvicina alla soglia per l’entrata in vigore dell’accordo.
Nel mese di settembre altri due giganti mondiali hanno depositato la rispettiva ratifica dell’accordo di Parigi. Con una azione sincrona il 3 settembre sia gli Stati Uniti che la Cina hanno formalmente adottato le previsione della COP21. Prima e seconda economia del mondo sono state quindi concordi nell’impegno in prima linea per il contrasto al cambiamento climatico dimostrando se mai ce ne fosse stato bisogno la serietà della situazione attuale.
Soglia del 55% ormai prossima
Gli accordi siglati durante la COP21 prevedono due soglie di innesco che una volta raggiunte rendono operativo e giuridicamente vincolante l’accordo sul clima. La prima richiesta è che il protocollo sia sottoscritto da almeno 55 paesi tra i firmatari di Parigi. La seconda condizione è che questi paesi rappresentino almeno il 55% delle emissioni mondiali. 30 giorni dopo il raggiungimento di questa duplice condizione, l’accordo di Parigi diverrà operativo.
La Framework Convention of Climate Change delle Nazioni Unite ha calcolato che con l’adesione dell’India è salito a 62 il numero di paesi che hanno già ratificato l’accordo di Parigi. Questi rappresentano al momento il 51,89% delle emissioni di gas serra. Mentre quindi la prima condizione è già ampiamente soddisfatta, la seconda è ancora da conseguire anche se manca davvero poco. In queste condizioni il nuovo accordo sul clima potrebbe diventare operativo già per l’imminente COP22 di Marrakech prevista a novembre.
Se questo scenario troverà conferma, l’accordo di Parigi diverrà operativo ad un anno dalla sua approvazione, un tempo estremamente più breve di quanto avvenuto per il precedente protocollo di Kyoto.
Tra i paesi che dovrebbero a breve ratificare l’accordo figurano il Regno Unito, il Canada ed anche l’Italia. Ricordiamo che il nostro paese ha firmato il nuovo accordo sul clima il 22 aprile durante l’Earth Day e deve ora procedere alla ratifica formale.
Verso la COP22 di Marrakech
Tra meno di un mese intanto i rappresentati di decine di paesi si ritroveranno a Marrakech in Marocco per la 22esima Conferenza della Parti sui cambiamenti climatici (COP22). L’evento è in programma dal 7 al 18 novembre 2016 e rappresenterà anche la prima occasione per valutare lo stato di adozione degli accordi di Parigi.
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