La Camera dei Deputati ha approvato il Disegno di Legge con cui l'Italia intende ratificare gli accordi della COP21 di Parigi. Ora si attende il voto al Senato.
L’Italia compie un primo passo formale verso la ratifica dell’Accordo di Parigi sul Clima definito a conclusione dei lavori della COP21 nel dicembre dello scorso anno. La Camera dei Deputati ha infatti approvato nelle scorse ore il Disegno di Legge con cui il Governo intende procedere alla ratifica del trattato. Occorrerà ora attendere che sul medesimo provvedimento si esprima anche il Senato della Repubblica. In caso di approvazione del testo senza ulteriori modifiche, la norma entrerà effettivamente in vigore. La volontà politica del Governo è quella di arrivare alla COP22 di Marrakech del prossimo mese con l’Accordo di Parigi già ratificato. Sono molti i paesi che hanno già provveduto alla ratifica tra cui Cina, Stati Uniti, India e -nei giorni scorsi- Francia.
COP21, il testo per la ratifica degli accordi
Il Disegno di Legge con cui il Governo propone alla due camere di ratificare gli accordi raggiunti alla COP21 è stato intitolato esplicitamente “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015“. La lettura degli atti parlamentari permette di comprendere più in dettaglio come l’Italia intenda recepire nel proprio ordinamento le previsioni dell’Accordo di Parigi ma anche l’impegno finanziario che ne deriverà.
La relazione tecnica in particolare evidenzia la natura e l’entità economica degli adempimenti che deriveranno dall’adozione del trattato:
- Per quanto riguarda gli adempimenti di mercato è previsto il finanziamento di progetti pilota per l’applicazione dei meccanismi previsti dal trattato (600 mila euro). Sono inoltre previste attività di capacity building per il settore privato e le Organizzazioni Non Governative (200 mila euro). L’impegno finanziario complessivo per queste voci è di 800 mila euro per esercizio a partire dal 2017.
- In tema di educazione, formazione e coinvolgimento dei cittadini sono previsti una serie di interventi. Tra questi campagne informative sul cambiamento climatico, patrocinio di corsi di formazione universitari sul clima in collaborazione con enti di ricerca, realizzazione di manuali di approfondimento tecnico, organizzazione di campagne di sensibilizzazione e workshop per lo scambio di ‘buone pratiche’ in tema di capacity building e cambiamenti climatici. Complessivamente a tali iniziative sarà destinato un fondo di 650 mila euro annui a partire dal 2017.
- Il decreto valuta inoltre una spesa di poco inferiore ai 500 mila euro per il finanziamento della partecipazione delle delegazioni nazionali ai negoziati internazionali relativi ai trattai della COP21 ed più in generale al cambiamento climatico.
- In base agli impegni definiti dall’Accordo di Parigi l’Italia aumenterà di 600 mila euro annui a partire dal 2018 il proprio contributo all’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change). L’UNFCCC è l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa a livello generale del contrasto al cambiamento climatico.
- Il Disegno di legge conferma infine per il triennio 2016-2018 lo stanziamento di 50 milioni di euro come contributo italiano al Green Climate Found (Fondo verde per il clima). Il Green Climate Fund è stato istituito nel 2010 durante i lavori della COP16 di Cancún in Messico. Si tratta di uno degli strumenti operativi che finanziano l’applicazione degli accordi internazionali sul clima.
Ora si attende il voto al Senato
Come accennato il Governo italiano punta a ratificare l’Accordo di Parigi sul clima prima della COP22 in programma a Marrakech (Marocco) dal 7 al 18 novembre 2016. L’Italia ha ha firmato gli accordi della COP21 il 22 aprile in occasione dell’Earth Day 2016 nonché primo giorno utile per la firma del trattato. La ratifica in sede parlamentare è stata però piuttosto lenta anche rispetto ad altri paesi occidentali.
La norma approvata dalla Camera dei Deputati deve ora essere discussa anche al Senato prima di poter entrare in vigore. I tempi tecnici sembrano consentire l’approvazione prima degli incontri di Marrakech. Se questo scenario si concretizzerà l’Italia avrà la possibilità di depositare la propria ratifica contestualmente con l’Unione Europea. Tra fine settembre ed inizio ottobre infatti i ministri della UE e il Parlamento Europeo hanno già provveduto ad approvare l’accordo sui cambiamenti climatici.
Peraltro occorre ricordare che con le ultime ratifiche sono state già raggiunte le condizioni per l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi a partire dal prossimo 4 novembre. Alla COP21 era infatti stata fissata una doppia soglia per l’entrata in vigore: 55 paesi dei 197 firmatari rappresentativi del 55% delle emissioni di gas serra. Attualmente i paesi che hanno ratificato il trattato sono già più di 80 ed anche la soglia del 55% di emissioni è stata ampiamente superata. Alla COP22 di Marrakech si arriverà quindi con l’Accordo di Parigi comunque già operativo.
A novembre la COP22
L’approvazione del Disegno di Legge per la ratifica dell’Accordo di Parigi è stata accolta positivamente da molte associazioni ambientaliste. La sezione italiana del WWF in particolare sottolinea come sia importate anche a livello simbolico che l’Italia arrivi alla Conferenza sul Clima di Marrakech con la ratifica degli accordi della COP21 già completa.
Per questi motivi il WWF auspica che anche il Senato proceda rapidamente all’approvazione della legge in modo da consentire all’Italia di partecipare ai lavori della COP22 in qualità di paese già attivo nell’applicazione dei nuovi trattati.
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