Sforzi per ridurre l’inquinamento globale addio. Tutto inutile: più del sole, del vento e persino del gas, sarà il carbone l’energia del futuro. Come nell’800 fu lui a permettere l’inizio dell’Era industriale, così probabilmente sarà sempre lui a concluderla. E’ quanto deriva dall’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) che ha stabilito non solo che negli ultimi anni il vecchio ed inquinante carbone ha ripreso ad essere utilizzato ad un ritmo del 4% all’anno, ma che entro 5 anni raggiungerà la quantità dell’attuale fonte più utilizzata, e cioè il petrolio.
Anche se i motivi non sono specificati, a noi sono abbastanza chiari. Il petrolio costa sempre di più e ce n’è sempre di meno, e così quasi tutti i Paesi al mondo, o perlomeno quelli che non puntano sul nucleare e le rinnovabili, sceglieranno il carbone per mandare avanti la propria economia. Entro il 2017, secondo le previsioni della IEA, si bruceranno 4,4 miliardi di tonnellate di petrolio greggio e 4,32 miliardi di tonnellate di carbone. Sostanzialmente un pareggio.
Ma cosa significa tutto ciò a livello ambientale? Secondo i loro calcoli, ciò vuol dire un incremento delle temperature al 2050 di ben 6 gradi sopra la norma: un disastro. Se, come accade oggi, con un grado sopra la media avvengono uragani come Katrina o Sandy, e con le previsioni sui 2 gradi l’innalzamento del livello dei mari mette a rischio città come Venezia, o intere nazioni come le Maldive, figuriamoci cosa può accadere quando le temperature raggiungono i 6 gradi in più di quanto dovrebbero essere.
Sì perché nonostante la nostra tecnologia futuristica, né oggi e né nel 2017 saranno pronti i mezzi per il recupero e lo stoccaggio in sicurezza della CO2 (proprio ieri la UE ha bocciato tutti i progetti presentati nel bando per i finanziamenti per il recupero dell’anidride carbonica). In questo modo i Paesi che faranno maggiore uso del carbone, Cina e India su tutti, ma anche l’Europa, rischiano di gettare alle ortiche anni di sforzi per combattere il cambiamento climatico. E forse con essi anche lo stesso pianeta.
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