Si conclude oggi il Congresso mondiale di naturismo, svoltosi in Calabria dall’8 al 12 settembre, e che ha visto riuniti delegati delle federazioni nazionali dell’International naturist federation (Inf) di trenta Paesi, in occasione della 32esima edizione dell’evento, a tema “Naturismo etico e naturismo commerciale”.
La location scelta è un fiore all’occhiello della regione calabrese: Pizzo Greco di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, precisamente nell’area della Riserva marina di Capo Rizzuto, dotata di quattro ettari perfettamente pianificati del camping di Pizzo Greco, dal ristorante alla pallavolo, con spiaggia rossa e mare protetto che rappresentano un modello per lo sviluppo di questa formula di turismo eco-sostenibile. Come hanno spiegato gli stessi organizzatori dell’iniziativa:
La scelta della Calabria è stata motivata dal desiderio di risvegliare l’interesse per il naturismo e di attestare il riconoscimento per l’impegno che la Federazione naturista italiana (Fenait) ha dimostrato negli anni. La scelta di Pizzo Greco, e dunque della Calabria, è stata quindi una risposta alle sue bellezze naturali e alle capacità imprenditoriali degli organizzatori del villaggio-camping che hanno saputo preservare e valorizzare questo angolo di paradiso.
Il naturismo è un movimento che raccoglie 20 milioni di turisti in Europa, mezzo milione solo in Italia, disposti a spendere qualcosa in più per una tipologia diversa di vacanza. I naturisti praticano il nudismo inteso come stato naturale dell’uomo, a rapporto stretto con l’ambiente che li circonda, per entrare in contatto con la natura, eliminando la barriera dell’artificiosità e delle convenzioni sociali, mangiano prodotti naturali e praticano attività fisica all’aria aperta. Nella definizione della FENAIT, la Federazione Naturista Italiana
Il naturismo è un ideale umanistico che prende spunto dal mondo classico greco e dai moderni precetti medici, psicologici ed ecologici, per avere un rapporto più corretto con se stessi, con gli altri e con l’ambiente circostante.
In Italia il naturismo non è attualmente disciplinato, se non di volta in volta dalle sentenze della Cassazione. E’ offerto da strutture turistiche come campeggi e agriturismi, sparsi in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Sardegna, e Sicilia, e dalla Calabria dove esiste una struttura direttamente affacciata sul mare. Il Congresso in Calabria, che ha affrontato i temi di naturismo etico e naturismo commerciale, è stato un’occasione importante per portare all’attenzione dell’opinione pubblica il movimento naturista con la speranza che
la risonanza dell’evento sulla stampa, nazionale e naturista mondiale, e su Internet sia occasione di curiosità per i non naturisti e per quelli che, pur essendolo, non hanno ancora trovato un proprio spazio in Italia. La conseguenza più auspicata è quella di uno sviluppo del turismo naturista italiano.
[Fonte: Ansa]
[Foto: ©Alphafrance]
Fidenzio 12 Settembre 2010 il 8:56 pm
La Fenait e la FNI/INF a livello mondiale, guardando ai fatti, sono federazioni che si limitano principalmente a difendere gli interessi degli operatori turistici che si occupano dei naturisti. Non difendono invece, i diritti della minoranza naturista fuori dei centri di vacanza e non diffondono adeguatamente l’idea naturista. Non mi risulta neppure che abbiano fatto una piccola richiesta al Parlamento Europeo affinchè si adoperi per fare in modo che i naturisti europei siano rispettati in tutti gli stati membri. La maggior parte delle entrate degli iscritti va alla stampa della Guida internazionale dei centri naturisti, ad alcuni incontri di naturisti con gare sportive per promuovere. in particolare, i centri naturisti ed alla organizzazione dei congressi biennali che in pratica è una festa tra amici.
La Fenait ora dice di appoggiare le ultime 2 proposte di legge presentate da esponenti radicali (completamente assenti sino ad un anno fa):
– per quanto riguarda la prima ( la S.1265 “Poretti-Perduca”) io la considero irrealizzabile perchè si basa sull’abolizione dall’articolo 726 (atti contrari alla pubblica decenza) che non ritengo superato dai tempi ma solo chiarito che il nudo innocente del naturista non va contro a questa norma; la seconda proposta di legge (C3312-2010) presentata alla Camera dei Deputati da 6 radicali ha come primo firmatario l’On. Elisabetta Zamparutti che dovrebbe essere presente al Congresso FNI/INF di Pizzo Greco.
La PdL Zamparutti all’art. 2 (Aree destinate al naturismo) dice: 1. La pratica del naturismo è consentita esclusivamente in ambienti e in spazi delimitati, riconoscibili e segnalati, secondo le modalità stabilite dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto dei principi della presente legge. 2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano definiscono i criteri in base ai quali i comuni possono individuare, attraverso gli ordinari strumenti urbanistici, le aree pubbliche o private da destinare alla pratica del naturismo, anche su richiesta di organizzazioni, associazioni, società o altri soggetti privati interessati a progettare e a gestire le relative strutture. 3. Nel caso in cui il comune non abbia provveduto a individuare apposite aree da destinare alla pratica del naturismo, i proprietari o i gestori di aree destinate all’esercizio di attività turistico-ricettive possono chiedere all’amministrazione comunale competente l’autorizzazione ad adibire tali aree alla pratica del naturismo. L’amministrazione deve inviare risposta scritta e motivata entro tre mesi dal ricevimento della richiesta. Ovviamente questa PdL non ha alcuna possibilità di essere approvata dal Parlamento e ritengo sia un bene per i naturisti perchè altrimenti solo i centri naturisti a cui guarda la Fenait e la FM/INF avrebbero un vantaggio per il fatto che difficilmente i comuni consentirebbero degli spazi ai naturisti ed in tal modo sarebbe chiaro che il naturista senza spazi riservati eslusivamente a loro sarebbero sanzionati.
Occorre sì una legge che faccia quella chiarezza che oggi manca per porre fine alle discriminazioni ed alle persecuzioni che numerosissime dobbiamo subire ma non una legge che ci tolga il poco ottenuto in tanti anni con la lotta. A mio parere l’articolo di legge fondamentale dovrebbe così recitare:
” All’entrata in vigore della presente legge tutte le spiagge marine,lacustri o fluviali, di proprietà del demanio o di enti pubblici sono considerate “clothing optional (abbigliamento facoltativo)” con la possibilità per le amministrazioni comunali di poter riservare esclusivamente sino ad un massimo dell’80% della superficie di dette aree, alle varie categorie di persone naturiste o non naturiste (tessili). Le amministrazioni comunali possono, inoltre, destinare ai naturisti o ad altre categorie di persone, boschi ed altri ambienti naturali. Le aree conosciute da anni come notoriamente frequentate dai naturisti continueranno ad essere naturiste e potranno essere sostituite con altre di superficie non inferiore in certi casi di provato interesse generale.”
Fidenzio Laghi /ex presidente ANER (Associazione Nudista Emiliano Romagnola
27 agosto 2010 http://www.mondonaturista.it
Fidenzio 12 Settembre 2010 il 8:59 pm
La Fenait e la FNI/INF a livello mondiale, guardando ai fatti, sono federazioni che si limitano principalmente a difendere gli interessi degli operatori turistici che si occupano dei naturisti. Non difendono invece, i diritti della minoranza naturista fuori dei centri di vacanza e non diffondono adeguatamente l’idea naturista. Non mi risulta neppure che abbiano fatto una piccola richiesta al Parlamento Europeo affinchè si adoperi per fare in modo che i naturisti europei siano rispettati in tutti gli stati membri. La maggior parte delle entrate degli iscritti va alla stampa della Guida internazionale dei centri naturisti, ad alcuni incontri di naturisti con gare sportive per promuovere. in particolare, i centri naturisti ed alla organizzazione dei congressi biennali che in pratica è una festa tra amici.
La Fenait ora dice di appoggiare le ultime 2 proposte di legge presentate da esponenti radicali (completamente assenti sino ad un anno fa):
– per quanto riguarda la prima ( la S.1265 “Poretti-Perduca”) io la considero irrealizzabile perchè si basa sull’abolizione dall’articolo 726 (atti contrari alla pubblica decenza) che non ritengo superato dai tempi ma solo chiarito che il nudo innocente del naturista non va contro a questa norma; la seconda proposta di legge (C3312-2010) presentata alla Camera dei Deputati da 6 radicali ha come primo firmatario l’On. Elisabetta Zamparutti che dovrebbe essere presente al Congresso FNI/INF di Pizzo Greco.
La PdL Zamparutti all’art. 2 (Aree destinate al naturismo) dice: 1. La pratica del naturismo è consentita esclusivamente in ambienti e in spazi delimitati, riconoscibili e segnalati, secondo le modalità stabilite dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto dei principi della presente legge. 2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano definiscono i criteri in base ai quali i comuni possono individuare, attraverso gli ordinari strumenti urbanistici, le aree pubbliche o private da destinare alla pratica del naturismo, anche su richiesta di organizzazioni, associazioni, società o altri soggetti privati interessati a progettare e a gestire le relative strutture. 3. Nel caso in cui il comune non abbia provveduto a individuare apposite aree da destinare alla pratica del naturismo, i proprietari o i gestori di aree destinate all’esercizio di attività turistico-ricettive possono chiedere all’amministrazione comunale competente l’autorizzazione ad adibire tali aree alla pratica del naturismo. L’amministrazione deve inviare risposta scritta e motivata entro tre mesi dal ricevimento della richiesta. Ovviamente questa PdL non ha alcuna possibilità di essere approvata dal Parlamento e ritengo sia un bene per i naturisti perchè altrimenti solo i centri naturisti a cui guarda la Fenait e la FM/INF avrebbero un vantaggio per il fatto che difficilmente i comuni consentirebbero degli spazi ai naturisti ed in tal modo sarebbe chiaro che il naturista senza spazi riservati eslusivamente a loro sarebbero sanzionati.
Occorre sì una legge che faccia quella chiarezza che oggi manca per porre fine alle discriminazioni ed alle persecuzioni che numerosissime dobbiamo subire ma non una legge che ci tolga il poco ottenuto in tanti anni con la lotta. A mio parere l’articolo di legge fondamentale dovrebbe così recitare:
” All’entrata in vigore della presente legge tutte le spiagge marine,lacustri o fluviali, di proprietà del demanio o di enti pubblici sono considerate “clothing optional (abbigliamento facoltativo)” con la possibilità per le amministrazioni comunali di poter riservare esclusivamente sino ad un massimo dell’80% della superficie di dette aree, alle varie categorie di persone naturiste o non naturiste (tessili). Le amministrazioni comunali possono, inoltre, destinare ai naturisti o ad altre categorie di persone, boschi ed altri ambienti naturali. Le aree conosciute da anni come notoriamente frequentate dai naturisti continueranno ad essere naturiste e potranno essere sostituite con altre di superficie non inferiore in certi casi di provato interesse generale.”
Fidenzio Laghi /ex presidente ANER (Associazione Nudista Emiliano Romagnola
http://www.mondonaturista.it
Paola Pagliaro 14 Settembre 2010 il 7:47 pm
Grazie per il Suo interessante contributo a nome della redazione di Ecologiae, pubblichiamo la sua risposta attendendo eventuali riscontri dalla FENAIT che sarà libera di replicare, nell’ottica di un dibattito costruttivo sul tema dei diritti dei naturisti in Italia e in Europa.