Dopo le delusioni dei congressi di Copenaghen (2009) e Cancun (2010), le aspettative per il congresso sul clima del 2011 che si terrà a Durban, in Sudafrica, sono talmente scarse che non se ne parla quasi per nulla. In effetti le possibilità di trovare un accordo giuridicamente vincolante per affrontare i cambiamenti climatici sono state respinte dagli inviati dell’Unione europea e degli Stati Uniti, due dei maggiori emettitori mondiali.
Connie Hedegaard, commissario per il clima dell’Ue, ha ammesso, dopo una riunione del Major Economies Forum (MEF) sull’energia e il clima a Bruxelles, che le speranze di siglare un patto che porti ad una svolta a Durban sono nulle.
La buona notizia è che vi è un generale riconoscimento della necessità di un accordo giuridicamente vincolante. La cattiva notizia è che nessun accordo accordo giuridicamente vincolante sarà trovato a Durban
ha spiegato la Hedegaard. I delegati al MEF, un meeting a cui hanno partecipato le 17 economie più grandi al mondo, avevano lo scopo di discutere sugli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra, aumentare l’offerta di energia pulita e mitigare il riscaldamento globale. Sull’ordine del giorno si poteva leggere l’ammissione che ci sono stati modesti progressi compiuti nei vertici di Copenhagen, Cancun e Bangkok, dove l’unico vero risultato si è avuto con l’istituzione di un fondo di 100 miliardi di dollari per proteggere le foreste ed aiutare il trasferimento delle tecnologie pulite alle nazioni più povere.
Tuttavia gli accordi sul taglio delle emissioni di carbonio sono lontani dall’essere trovati, e la situazione sarà ancora peggiore quando, il prossimo anno, scadrà anche il protocollo di Kyoto. Gli Stati Uniti non hanno mai ratificato l’accordo di Kyoto, e Todd Stern, capo negoziatore del Paese, mette in dubbio che gli Stati Uniti possano supportare qualsiasi nuovo protocollo. Il motivo, in sostanza, è che gli States non avrebbero firmato nulla che gli altri grandi emettitori mondiali (Cina, India, Brasile, Russia e Sud Africa) non avessero firmato, e visto che questi Stati non sembrano intenzionati a farlo, pare proprio che non sarà trovato nessun accordo.
Da questo punto di partenza è difficile che si raggiunga un traguardo ambizioso. Per questo la Hedegaard ha spiegato che, pur consapevole del fatto che i colloqui di Durban potrebbero non portare a nulla di concreto, almeno ci si concentrerà su piccoli aspetti di un problema più ampio, come la lotta contro le emissioni del trasporto marittimo e aereo. Un settore che si è già portato avanti visto che gli accordi sulla riduzione delle emissioni sono allo studio già da tempo.
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[Fonte: The Guardian]
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