Il tasso con cui le specie stanno scomparendo sul pianeta Terra è terrificante. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), esso è compreso tra 1.000 e 10.000 volte oltre il tasso naturale di estinzione. Ciò è dovuto in gran parte all’attività umana. Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2010 Anno Internazionale della Biodiversità per aumentare la consapevolezza del ruolo fondamentale che la biodiversità svolge nel sostenere la vita.
Allo stesso tempo, le nazioni sono alle prese con questioni spinose come rallentare il cambiamento climatico. Nella quarta giornata della conferenza di Cancun si è dibattuto per trovare un modo per proteggere le foreste per ridurre i tassi di estinzione e le emissioni di carbonio.
La conservazione delle scimmie è stato uno dei temi centrali. Le scimmie antropomorfe vivono soprattutto nelle foreste tropicali di Africa e Asia. La distruzione di queste foreste è la maggiore responsabile dell’estinzione di questa specie. Anche la caccia illegale delle grandi scimmie e altri animali per il cibo e parti del corpo non sarebbe così diffusa se le foreste e i boschi non fossero così distrutti, perché consentirebbero maggiori spazi a gorilla, scimpanzé, bonobo e orango per procreare.
Per questo, di fianco alle direttive per la riduzione della deforestazione e la tutela della biodiversità, i grandi della Terra dovranno discutere delle misure da prendere contro la caccia illegale. Ma come fare? Per questo si sono rivolti probabilmente alla più grande esperta di scimmie della storia, la dottoressa Jane Goodall, che ha spiegato:
Ho iniziato il mio lavoro in Africa 50 anni fa, studiando gli scimpanzé del Gombe National Park in Tanzania. Allora l’habitat degli scimpanzé si estendeva ben oltre i confini del parco. Ma dai primi anni ’90 gli alberi al di fuori del parco erano quasi completamente scomparsi. Quando ho sorvolato l’intera area con un piccolo aereo, era evidente che ci fossero più persone che vivono nei villaggi intorno al parco che terra che potesse sostenerli. Il risultato non è solo la crescita della popolazione tipica, ma anche un afflusso di rifugiati dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Burundi. Queste persone povere stavano lottando per sopravvivere e hanno abbattuto l’ultima delle loro foreste con sforzi disperati per le coltivazioni per sfamare le loro famiglie o per guadagnarsi da vivere attraverso la produzione di carbone. Il terreno era stato eccessivamente sfruttato dall’allevamento, il suolo stava perdendo la sua fertilità, e l’erosione divenne diffusa. Possiamo proteggere gli scimpanzé se aiutiamo la gente?
Per questo 16 anni fa il Jane Goodall Institute ha avviato il TACARE, un programma di conservazione basato sulla comunità. Esso mirava alla riduzione della povertà, e con un’organizzazione della società, sfruttamento sostenibile delle risorse, programmi di micro-credito soprattutto per le donne, strutture sanitarie migliori e programmi di educazione ambientale, almeno in quell’area del mondo il problema non è stato risolto del tutto, ma è diventato meno grave. Il meccanismo era simile a quello intrapreso in Messico, dove le comunità diventavano “custodi della terra” e dunque la gestivano in maniera più intelligente e redditizia di quanto possa fare qualunque governo, permettendo anche alle specie in via di estinzione di sopravvivere.
In occasione della conferenza sul cambiamento climatico a Bali nel dicembre 2007, l’attenzione del mondo era focalizzata su una nuova idea: ridurre le emissioni dalla deforestazione e dal degrado forestale, il famoso “Redd“. Da allora il programma si è evoluto, ed ora probabilmente verrà esteso nel tentativo di recuperare la biodiversità che rischiamo di perdere per sempre.
Ma un altro tema si può definire “caldo” in tutti i sensi: la classifica finale per il 2010 non sarà chiara fino a quando i dati di novembre e dicembre non saranno disponibili nei primi mesi del 2011, ma le temperature globali di questo anno che sta per terminare sono molto simili a quelle osservate nel 2005, anno del record, suggerendo che potremmo aver battuto nel 2010 il record di caldo della storia.
Gli ultimi 10 anni sono stati il decennio più caldo mai registrato, con temperature di gennaio-ottobre di 0,46° C sopra la media 1961-1990. Il 2010 ha visto il record in 17 Paesi e un’ondata di caldo senza precedenti durante l’estate in Russia. Esso sarà seguito dal raffreddamento delle temperature globali nel 2011 secondo gli scienziati del clima del Met Office e dell’Università dell’East Anglia. Michel Jarraud, direttore generale del WMO (Organizzazione Meterologica Internazionale), ha detto che la tendenza al riscaldamento globale è ormai indiscutibile. Quando gli è stato chiesto se i risultati erano indicativi del riscaldamento causato dalle attività umane, ha detto
La risposta è sì. Vi è stato un significativo riscaldamento statisticamente al di sopra della normale variabilità. Questi sono i fatti. Se non si interviene la curva [del riscaldamento] andrà su e su e su. Se noi proseguiremo con questa tendenza l’ondata di caldo in Europa nel 2003 non sarà eccezionale. Sarà considerata fredda.
L’analisi segue i dati sulla temperatura rilasciati dalla Nasa e dal NOAA negli Stati Uniti, che confermano il sospetto che il 2010 potrebbe essere l’anno più caldo mai registrato nella storia. Le anomalie di temperatura più estreme si sono verificate nella maggior parte del Canada e della Groenlandia, dove le temperature annuali sono state 3° C o più sopra la norma e in gran parte dell’Africa e dell’Asia meridionale dove le temperature annuali sono state 1-3° C sopra il normale.
Il Pakistan ha anche registrato il giorno più caldo mai misurato in Asia, 53,7° C raggiunto nella città di Mohenjo-Daro. Cosa significa tutto questo? Di certo non solo che sudiamo di più:
- Il Pakistan ha vissuto la peggiore alluvione della sua storia a causa delle piogge monsoniche particolarmente pesanti;
- L’estate nell’emisfero Nord ha visto ondate di caldo eccezionali in varie parti dell’Eurasia. A Mosca a luglio le temperature medie sono state di 7,6° C sopra il normale;
- L’Irlanda e la Scozia hanno al contrario vissuto il loro inverno più freddo dal 1962-63;
- Il Canada ha avuto il suo inverno più caldo della storia, con la media nazionale di 4° C al di sopra della media di lungo termine; le temperature invernali sono state di 6° C o più sopra la norma in alcune zone del Nord del Paese;
- La maggior parte degli Stati Uniti continentali hanno registrato l’inverno più freddo dal 1984-85;
- Le parti del bacino amazzonico sono state gravemente colpite dalla siccità con il Rio Negro, affluente principale dell’Amazon, che è sceso al livello più basso mai registrato. All’inizio dell’anno, il Guyana e le isole dei Caraibi orientali sono state gravemente colpite dalla siccità;
- In Asia, le parti del Sud-Ovest della Cina hanno conosciuto una grave siccità, facendo registrare nelle province di Yunnan e Guizhou i più bassi livelli di piogge della storia.
Anche a questo si dovrà trovare rimedio a Cancun.
[Fonte: The Guardian]
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