La Conferenza ministeriale sulla conservazione della tigre, che ha portato 13 Paesi asiatici a riunirsi, si è conclusa poche ore fa con un progetto di risoluzione. Il piano, che ha messo d’accordo molti esperti, è un forte passo avanti nella lotta per salvare le tigri del Continente in pericolo di estinzione. Gli elementi chiave, come un finanziamento adeguato, tuttavia, può essere che non siano del tutto completi.
L’accordo inizia affermando l’importanza della conservazione della tigre:
Con la volontà politica e l’attuazione degli interventi necessari, l’estinzione delle tigri selvatiche attraverso [la sparizione di] gran parte della loro gamma può essere scongiurata […] la conservazione delle tigri è importante per proteggere la biodiversità e preservare una parte vitale del nostro patrimonio nazionale.
Gli elementi del piano, considerato un successo, sono un impegno a raddoppiare entro il 2022 le popolazioni di tigri, proteggere gli habitat di base e le cosiddette “zone cuscinetto” (aree protette e controllate), il mantenimento di un divieto permanente sul commercio di parti di tigre, e l’aumento delle norme atte a scoraggiare il bracconaggio.
John Seidensticker, presidente del Save the Tiger Fund, ha commentato:
Se facessimo tutto ciò che è stato detto in questa dichiarazione, potremo rigirare la situazione delle popolazioni di tigri da negativa a positiva. Per quanto mi riguarda, sono molto contento di questo.
La principale debolezza del contratto, secondo alcuni, è che nessun nuovo capitale è stato impegnato per la conservazione delle tigri. I Paesi hanno convenuto di mantenere gli attuali contributi, provenienti per lo più dall’ecoturismo, il finanziamento del carbonio, e le entrate del progetto di infrastrutture, ma nessuna nuova lista di nuovi finanziamenti per i programmi è stata redatta. Entrando nel convegno, la maggior parte degli scienziati ha detto che i fondi attuali dovrebbero essere raddoppiati per ottenere una politica efficace.
Prima che l’accordo possa essere testato, deve essere approvato dal presidente di ciascun Paese partecipante. Ciò avverrà in una conferenza a Vladivostok, in Russia, prevista nel settembre 2010.
Fonte: [Treehugger]
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