Si è aperta la conferenza ONU sul clima di New York, in occasione della quale abbiamo avuto dichiarazioni da parte di Matteo Renzi e un discorso, già diventato virale, di Leonardo DiCaprio, ma anche diverse proteste. Ecco cosa è accaduto ieri e l’altro ieri a New York.
Al via la conferenza ONU sul clima di New York: il climate summit è stato anticipato dalla grande People’s Climate March, la più grande marcia per il clima mai organizzata, ma anche da altre proteste di notevole importanza, come quella che ha avuto luogo a Wall Street e dove sono state arrestate circa cento persone durante il sit in contro la cecità economica contemporanea, considerata la principale causa degli attuali cambiamenti climatici.
Rimbalzano sui giornali le dichiarazioni di Matteo Renzi alla conferenza sul clima statunitense. Poco dopo l’apertura del summit il premier italiano ha preso la parola e ha sostenuto che l’accordo climatico in via di definizione per il grande summit parigino del 2015 “dovrà essere vincolante”.
Quella dei cambiamenti climatici è la sfida del nostro tempo, lo dice la scienza, non c’è tempo da perdere: la politica deve fare la sua parte. […] I nostri figli attendono che a Parigi l’accordo sia vincolante, e che i posti di lavoro della green economy siano veri.
Renzi ha quindi dichiarato che “l’Italia è pronta a contribuire con una dotazione significativa al fondo verde delle Nazioni Unite”. Il presidente del consiglio italiano ha poi ribadito la necessità di un impegno collettivo contro i cambiamenti climatici, in base alle capacità di contribuzione di ogni singolo stato, sottolineando come ciò che serve per contrastare i mutamenti climatici è, in primo luogo, “una forte volontà politica” e una strategia comunitaria organica e compatta.
Hanno poi incontrato notevole eco le dichiarazioni di Leonardo DiCaprio alla conferenza ONU sul clima di New York: l’attore, il cui impegno per l’ambiente è noto da molti anni, ha “delicatamente strigliato” i grandi del mondo facendo riferimento al proprio lavoro. In sintesi DiCaprio ha dichiarato
Il riscaldamento globale non è una fiction. […] Come attore, interpreto personaggi inventati che spesso risolvono problemi immaginari. Credo che l’umanità abbia guardato al cambiamento climatico allo stesso modo, come se fosse immaginario. […] Leader del mondo, io fingo per vivere, ma voi no. Ora tocca a voi, il momento per rispondere alla più grande sfida dell’umanità è ora. Vi imploriamo di affrontarla con coraggio e onestà.
Il summit Onu sui cambiamenti climatici di questi giorni rappresenta uno step fondamentale in preparazione di quello che sarà un appuntamento storico: la già citata conferenza di Parigi che avrà luogo dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. Manca oltre un anno ma la tensione è già altissima e la motivazione è chiara: se a Parigi non si troverà un accordo vero, un accordo vincolante e duro, la speranza di una svolta nella lotta ai mutamenti climatici andrà in fumo ancora una volta, con effetti disastrosi per la popolazione globale. Vi è già l’impegno dei 195 paesi dell’UNFCC a trovare l’accordo storico, ma la verità oltre la retorica e le belle parole è che la situazione è ancora incerta e difficile. Cina e Stati Uniti, in particolare, giocheranno un ruolo fondamentale e Obama deve fare i conti con un Congresso non intenzionato a sostenere grandi accordi, e che pertanto, in qualche modo, si spera possa essere aggirato. E poi abbiamo la Cina. La Cina ha senz’altro mutato atteggiamento negli ultimi anni, ma l’impressione è che la superpotenza asiatica spingerà comunque per accordi non vincolanti, per un accordo basato sulla “contribuzione volontaria” che, senza girarci intorno, rappresenterebbe a priori un cocente fallimento. E USA e Cina non sono sole: il premier australiano Abbott, ricordato anche per aver definito questo genere di summit “un’idiozia assoluta”, non ha nemmeno voluto prendere parte alla conferenza di New York. E l’India a propria volta vuole carta bianca sul proprio quantitativo di emissioni di gas serra.
In conclusione, la strada verso un accordo vincolante e rivoluzionario è ancora lunga, ma vi è ancora più di un anno prima del summit di Parigi, e abbandonare la speranza sarebbe un errore madornale. Un errore che nessuno può permettersi di compiere.
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Eulah 1 Marzo 2017 il 2:43 am
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