Limitare i danni del riscaldamento globale è ancora possibile. A dirlo non è un ambientalista dell’ultima ora ma l’Unep, Programma Ambientale delle Nazioni Unite, che ha presentato i suoi calcoli ieri alla conferenza sul clima di Doha che sta ormai volgendo al termine. Stando a quanto dichiarato dal segretario dell’Unep Achim Steiner, anche se è molto difficile, ancora è possibile rimanere al di sotto della soglia fatidica dell’incremento delle temperature di 2 gradi. Si ma come?
La ricetta proposta dall’organo internazionale è prima di tutto tagliare le emissioni. Per farlo bisogna ridurre del 30% i consumi domestici, tagliare del 25% a livello globale le emissioni di CO2 (attualmente non siamo nemmeno a metà), incrementare l’utilizzo dei mezzi pubblici riducendo il numero di auto (specie quelle a benzina e diesel) circolanti nelle strade, ed infine arrestare l’odioso fenomeno della deforestazione.
Ma come fare per raggiungere questi obiettivi? Intanto bisogna puntare sulle rinnovabili, che è il primo e più importante passo per la riduzione dell’inquinamento. Per riuscire ad ottenere risultati importanti, secondo Steiner, servono 523 miliardi di dollari da versare nelle casse delle aziende che si occupano di questo tipo di energia. Se sembrano tanti (e di certo lo sono), c’è però un fondo da cui andarli a prendere: quello dei sussidi alle energie sporche.
Il grande scandalo del nostro secolo, più volte denunciato da noi anche su queste pagine, è che anziché favorire l’industria del rinnovabile i principali Paesi del mondo finanziano le industrie che producono energia tramite carbone, petrolio e gas naturale. Tutte fonti di inquinamento incredibilmente elevato (specialmente la prima). Se si togliessero i sussidi a queste aziende e si destinassero esclusivamente alle fonti pulite, avremmo già risolto il problema.
Intanto nel penultimo giorno dell’incontro, dopo le “tirate di orecchie” fatte a Stati Uniti, Cina e Canada che stanno rallentando i negoziati, è arrivato un richiamo importante anche per l’Europa. L’UE finora si è sempre comportata egregiamente, tanto da essere l’unico organo ad aver raggiunto i suoi obiettivi con largo anticipo. Il richiamo invece deriva dal fatto che l’intero Continente viene messo sotto scacco da un solo Paese, la Polonia, che non ne vuole sapere di ridurre il proprio inquinamento, rischiando di far saltare il banco. Vedremo se riusciremo a convincerla a ricredersi.
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