La prossima settimana, nel disinteresse della gran parte dei media, si apre la cruciale conferenza di Doha. Si tratta del tradizionale meeting dei rappresentanti di tutto il mondo che, come in passato accaduto per Copenhagen, Cancun e gli altri appuntamenti, mira a trovare una soluzione al cambiamento climatico. Come abbiamo visto, ora finalmente il mondo si è accorto che questo fenomeno è reale ed è tra noi, ma nonostante ciò ancora sono in pochi quelli che vogliono reagire.
Una posizione centrale senza dubbio ce l’avrà l’Unione Europea, l’unico organo sovranazionale a decidere un taglio delle emissioni serio. L’Europa ci arriva con una posizione forte, ma con intenzioni deboli. Il famoso taglio del 20% delle emissioni di gas serra che si sarebbe dovuto raggiungere entro il 2020 è stato praticamente già raggiunto, e questo fa dell’Europa un esempio per il mondo. Ma nonostante ciò, arriva indebolita in quanto non sembra che la maggior parte dei Paesi che la compongono voglia ridurre ulteriormente il proprio inquinamento.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha attestato il raggiungimento della soglia del 20%, e per questo non riesce ad incentivare i Paesi a fare meglio. E’ una situazione a rischio in quanto se da una parte non si aumenta il taglio, dall’altra c’è il rischio di riprendere ad inquinare. E come afferma Bryony Worthington di Sandbag, il terzo emettitore mondiale non può permettersi 8 anni di inazione. L’obiettivo, richiesto da alcune nazioni come Regno Unito e Germania, è di arrivare al 30% di tagli, richiesti in tempi non sospetti. Altri Paesi, come Italia e quelli dell’Est-Europa si oppongono. Una situazione di certo non semplice.
Ma come sempre tutto dipenderà dall’America. Obama, ed i suoi sostenitori interni, mirano a ridurre le emissioni del Paese con l’obiettivo di non far aumentare le temperature medie al di sopra dei 2 gradi. In particolare dopo aver pagato le conseguenze dell’Uragano Sandy. Inoltre il Presidente ha messo al centro il suo impegno sul clima durante la campagna elettorale, ed ora i suoi elettori confidano che mantenga la promessa. Il problema sarà convincere il Congresso, a maggioranza Repubblicana, che da questo punto di vista non ne vuole sapere, e che invece vorrebbe disimpegnarsi sul clima. La speranza è che la pressione dei cittadini sia più forte degli interessi di parte.
[Fonte: The Guardian]
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