Sarà stato il richiamo all’ordine del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a rimettere tutti in riga, ma fatto sta che improvvisamente ieri si è registrato uno strano buonismo nelle parole dei delegati più attesi, quelli cioè di Cina e Stati Uniti. Ha lasciato sorpresi (positivamente) il delegato cinese Xie Zhenhua che aveva esordito con il solito ritornello “i Paesi industrializzati devono fare di più”, per poi aggiungere però “anche noi siamo disponibili a fare la nostra parte”.
Un’apertura che finora si era soltanto lasciata “annusare” dai cinesi che però non l’avevano mai dichiarata chiaramente. Il loro, ha spiegato Zhenhua, è un contributo “dovuto” al taglio delle emissioni di gas serra, e per questo cercano un terreno di lotta (e non di scontro) comune. Riassumendo tutto il discorso si può affermare che il pensiero cinese si sviluppa su una linea molto semplice: non è detto che siccome siamo noi quelli che inquinano di più, dobbiamo tagliare più di altri.
Questa idea era stata esposta da Lord Stern, ex economista della Banca Mondiale, che vedeva maggiori pericoli provenire dai Paesi in via di sviluppo più che da quelli sviluppati. Per i cinesi invece devono tagliare le emissioni per la maggior parte i Paesi che sono già sviluppati, ed in minor quantità quelli che ora si stanno sviluppando, leggi Cina, India, Brasile e Sudafrica. Il suo maggiore contributo la Cina lo darà con lo sviluppo delle rinnovabili, ma sinceramente, a livello politico, è più importante la dichiarazione d’intenti che i fatti stessi. E gli USA come hanno preso questa apertura?
A quanto pare bene, se è vero che Obama sta pensando di introdurre la tanto famosa quanto odiata tassa sul carbonio, cioè più inquini e più paghi, che comincerà il suo iter già dalla prossima settimana. Dopo la riforma sanitaria infatti la seconda riforma che gli elettori chiedono al loro presidente è quella ambientale, e lui si è detto disposto a discuterne. Il primo passo sarà quello di ridurre l’incidenza delle centrali a carbone che negli Stati Uniti rappresentano il 40% delle emissioni, dopodiché si penserà a raggiungere gli obiettivi che a Doha si stanno discutendo in questi giorni.
[Fonte: the Guardian]
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