La Conferenza di Doha sui cambiamenti climatici non è ancora cominciata (inizierà il prossimo 26 novembre), eppure sembra proprio che non ci sia nemmeno bisogno di andarci. Alcuni degli uomini chiave di questo incontro, come il rappresentante brasiliano Luiz Alberto Figueiredo, vi arrivano con un’idea ben chiara in testa: rinviare ogni discussione. Non sono bastate le manifestazioni del riscaldamento globale che stanno distruggendo mezzo mondo, ancora non ci sono le condizioni per discutere di strategie serie.
I colloqui di Doha, in Qatar, sarebbero dovuti servire per trovare il modo di tagliare le emissioni a livello globale, per rimanere al di sotto dei 2 gradi di innalzamento delle temperature, anche estendendo gli accordi di Kyoto. Pur riconoscendo l’importanza di quest’azione ed il fatto che le strategie anti-CO2 dovrebbero essere adottate il prima possibile, Figueiredo è pessimista:
Non credo la conferenza di Doha dovrebbe concentrarsi su questo. Ce ne occuperemo durante la negoziazione del protocollo successivo
ha affermato ai delegati in Qatar. Il problema principale è che se al primo protocollo di Kyoto hanno aderito quasi tutte le nazioni del mondo, ad esclusione degli Stati Uniti e pochi altri, in questo secondo protocollo sembra siano in pochi a crederci, e molte defezioni sono state già registrate. Ad esempio Giappone, Russia, Canada e Nuova Zelanda hanno già anticipato che non lo firmeranno e Brasile, Cina e India non accetteranno l’innalzamento della soglia di inquinamento da tagliare, come pronosticato alla vigilia.
Carlos Rittl, coordinatore delle politiche energetiche e sul cambiamento climatico del WWF-Brasile ha immediatamente risposto:
L’attesa fino al prossimo anno non è accettabile. Il risultato minimo accettabile da Doha è un chiaro programma solido che ci dia la certezza che siamo in grado di aumentare le nostre ambizioni alla luce delle scoperte scientifiche dei prossimi anni.
Ma a quanto pare il Brasile va al traino di Cina, India e Sudafrica, e non sembra che queste nazioni abbiano tante intenzioni di auto-limitarsi.
[Fonte: The Guardian]
Emanuele Bompan 19 Novembre 2012 il 9:06 am
Ho seguito la conferenza stampa online dell’ambasciatore del brasile. Purtroppo quanto riportato da questo articolo è improprio o errato. Il negoziato sulla piattaforma di Durban procede secondo l’agenda proposta. Che questa sia mal posta è vero, ma non si riferisce al protocollo di kyoto 2 e al AWG-LCA, il testo degli impegni di lungo periodo. Fact-checking
Marco Mancini 19 Novembre 2012 il 10:30 am
non ho mai detto che il negoziato non si fa, forse non ha letto con attenzione il post perché c’è scritto che nonostante ci sia la volontà da parte di tutti, ed in primis del delegato del Brasile, di trovare una soluzione, si punta a rinviare il discorso al prossimo incontro perché ora non ci sono le condizioni per trovare un accordo.