Conferenza sul clima di Varsavia, un disastro per gli ambientalisti

Greenpeace assieme a tante altre Ong ha abbandonato la conferenza sul clima di Varsavia dell’ONU, una conferenza terribile, come riferisce Greenpeace “una vetrina per l’industria del carbone”. I cambiamenti climatici ci sono, i cambiamenti politico-economici necessari per contrastarli, no.

La conferenza sul clima di Varsavia è stata un fallimento. Ne ha dato uno spaccato dettagliato e senza peli sulla lingua Greenpeace, che attraverso il direttore esecutivo Kumi Naidoo ha chiarito come

i governi convenuti a questa Conferenza hanno preso a schiaffi coloro che stanno soffrendo per le pericolose conseguenze del cambiamento climatico. In particolare, l’Unione Europea è ostaggio del governo della Polonia e dei suoi amici dell’industria del carbone.

O ci si libera adesso da questo giogo, scrive il direttore esecutivo, o le speranze di mettere su carta un accordo valido, che possa incidere sull’ambiente in occasione della prossima grande conferenza a Parigi (che avrà luogo nel 2015) sono scarse. Ovviamente parlando di cambiamenti climatici e di carbone non si può non parlare della Cina, del gigante con le mani nere, che ormai da tempo ha promesso una riduzione nello sfruttamento del carbone e che non ha dato seguito poi alle promesse.

Le Ong hanno lasciato Varsavia, la conferenza definita da Kumi Naidoo “non utile abbastanza”. La sensazione è sempre quella che le lobby e i governi tentino di salvare capra e cavoli: fare qualcosa per l’ambiente sì, ma sempre guardando prima all’economia. Con i blandi propositi, tuttavia, vediamo di continuo l’incedere dei cambiamenti climatici quanto poco efficacemente venga contrastato dalle grandi potenze mondiali.

Ancora una volta un’importante conferenza che si chiude con un poco di fatto, ogni volta che accade i tempi si fanno sempre più stretti e le prospettive, inutile dirlo, non migliorano. Tuttavia è giusto continuare a sperare per dei risultati molto più importanti e concreti a Parigi nel 2015.

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