In gergo si chiama COP16, e si tratta della sedicesima conferenza organizzata dalle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Quest’anno si terrà a Cancun, in Messico, a partire dal 29 novembre fino al 10 dicembre 2010. In breve si tratta del congresso in cui i capi di Stato e di Governo e gli addetti ai lavori di tutto il mondo dovranno decidere delle sorti climatiche del pianeta.
In sostanza si tratta di una sorta di “secondo tempo” della famosa conferenza di Copenaghen dello scorso anno, molto attesa a livello mondiale ma in cui alla fine si concluse poco o niente. Il nome completo è Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) COP 16. Il tema principale sarà discutere del futuro del Protocollo di Kyoto, e sarà la sesta volta in cui la questione è al centro del dibattito.
I sondaggi di opinione effettuati in numerosi Paesi riscontrano una diminuzione notevole nell’interesse sul cambiamento climatico tra le principali preoccupazioni della popolazione, più interessata alla crisi economica. Un recente articolo pubblicato sul Washington Post addebita questo calo di interesse al fiasco della Conferenza sul clima di Copenaghen poiché la maggior parte dei Paesi del mondo hanno rifiutato di seguire l’esempio dell’Europa con l’ETS (Emission Trading System), evitando di porre un limite alle emissioni. L’articolo ha dichiarato che, contrariamente alle affermazioni ufficiali, l’esperienza in Europa da questo punto di vista non è stata affatto un successo. Il sistema è molto costoso e soggetto a frodi continue.
Per questo anche negli Stati Uniti il Congresso a maggioranza repubblicana neoeletto si oppone alle politiche sull’energia pulita, contestando il consenso scientifico sul riscaldamento globale, ed opponendosi alle misure per limitare il problema. Gli Stati Uniti sono il più grande emettitore di gas serra al mondo, ed una grossa fetta dei cambiamenti climatici è loro responsabilità. Per questo gli Usa sono al centro dell’attenzione in quanto, se non si dovesse trovare un accordo accettato dal parlamento americano, diventerebbe quasi impossibile che il resto del mondo, Cina e India in primis, accettino limitazioni alle emissioni ed altre forme di tutela ambientale.
Altri temi che saranno dibattuti durante le due settimane del convegno saranno la tutela delle foreste, problema che sta molto a cuore al Messico, ed ultimamente anche a larga parte del Sudamerica; l’innovazione tecnologica riguardante le rinnovabili, su cui il governatore della California Arnold Schwarzenegger spinge, indicando il suo Stato come esempio da seguire per il resto del mondo; il problema dei rifugiati climatici, stimati nel 2010 in 50 milioni (dati ONU); gli aiuti ai Paesi che stanno subendo i primi “sintomi” del cambiamento climatico come la deforestazione, le alluvioni ed altre catastrofi naturali, ed in generale si riprenderanno i temi lasciati a metà durante la conferenza di Copenaghen, e si cercherà di trovare una soluzione migliore, visto che le conclusioni di 12 mesi fa non sono piaciute a nessuno.
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