Rifiuti e Campania, una questione spinosa, non c’è alcun dubbio, soprattutto a Napoli che in queste ultime settimane è stata ed è tuttora protagonista di un presepe vivente fatto di spazzatura, lo stesso teatrino in putrefazione che ha fatto da sfondo al funerale del turismo celebrato dagli operatori del settore ed ha ispirato ad alcuni studenti degli abiti da sposa realizzati con buste dell’immondizia.
Stavolta però parliamo della Campania a cui è permesso di riciclare i rifiuti, quella dei comuni ricicloni e virtuosi premiati da Legambiente per i risultati raggiunti con la raccolta differenziata. Sono in tutto 160 i comuni campani che hanno superato quota 50% nella differenziata.
I dati, presentati oggi presso il Grand Hotel de la Ville, sono quelli della VI edizione del Premio Comuni Ricicloni Campania 2010, promosso dall’associazione ambientalista con il patrocinio della Regione Campania, dell’Anci Campania, delle Provincie di Benevento, Caserta, Avellino e Salerno, del Conai e del Corepla.
I capoluoghi di provincia più virtuosi sono Avellino con il 61,57% di raccolta differenziata, Salerno con il 59,98% e Caserta con il 47,25%. In coda, e non sorprende affatto, Napoli con il 18,53% e Benevento con il 16,96%.
Il Comune Riciclone Campano 2010 è Roccagloriosa, nel salernitano, paesino con circa 1700 abitanti, che ha sfiorato quota 93,6% di raccolta differenziata. Segue a ruota Atena Lucana con il 93,20% e Chiusano San Domenico con l’85,11%.
Michele Buonomo e Michele Di Maio, rispettivamente presidente e responsabile settore rifiuti Legambiente Campania spiegano che questa edizione di comuni ricicloni premia la Campania che ha imparato a trattare bene i rifiuti:
Questo dossier raccoglie e mette in evidenza le buone prassi, i cento, e oltre, passi sulla strada giusta: ridurre e differenziare, realizzare il ciclo integrato dei rifiuti, trasformare finalmente i rifiuti in risorsa. L’emergenza permane e rimane strutturale, di sistema. Affinché il piano sia credibile occorre puntare su una seria politica di riduzione dei rifiuti, sulla diffusione della raccolta differenziata spinta, secco-umida, porta a porta e sulla realizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica, sul revamping degli ex impianti Cdr. Insomma un piano che non deve essere impostato partendo dallo smaltimento ma sulla prevenzione come continua a chiederci l’Unione europea. La logica inceneritori-discariche non regge e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Sul sito di Legambiente è possibile consultare e scaricare il dossier completo dei comuni ricicloni Campania 2010.
[Fonte: Legambiente]
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