Comuni italiani contro compagnie petrolifere: il motivo questa volta ha un carattere prettamente economico, i sindaci chiedono il pagamento dell’IMU per le piattaforme off shore delle varie compagnie. Le richieste si moltiplicano e scoppia il caso.
Le compagnie petrolifere devono pagare l’IMU per le loro piattaforme off shore? Per i sindaci di molti comuni italiani che presentano piattaforme di estrazione davanti le proprie coste, la risposta è sì, devono parlo. Il caso più che scoppiare ora, ritorna sotto i riflettori: nel bell’articolo di oggi de Il Fatto Quotidiano si ricorda infatti come già nel 1999 il comune di Pineto, vicino Teramo, richiedesse il pagamento dell’imposta per le piattaforme Eni, che tuttavia sostenne che le stesse erano posizionate fuori dal territorio comunale, e i giudici diedero ragione alla compagnia.
Almeno fino al 2005, quando la Cassazione diede ragione al Comune rinviando il tutto alla sezione regionale della commissione regionale. E Pineto richiede 17 milioni per gli anni ’93-’98 e altri 24 per gli anni ’99-2004. Così, seguendo l’esempio, altri comuni hanno cominciato a richiedere pagamenti: il comune di Gela, di Falconara Marittima, di Pedaso e Porto Sant’Elpidio, di Tortoreto e Termoli, tutti intenzionati a strappare a Eni, Edison e Api il pagamento dell’imposta comunale.
La vicenda di Pineto è andata poi in contro alla bocciatura da parte della Commissione tributaria abruzzese nel 2009, ma nel 2012, dopo un nuovo ricorso in cassazione, la commissione regionale del Molise dà di nuovo ragione al comune e condanna l’Edison al pagamento di 9 milioni di euro. Naturalmente la recente condanna ridà speranza ad altri comuni con piattaforme petrolifere lungo le coste: la notizia più recente, infatti, è che a Crotone sembra ci sia l’intenzione di procedere. La vicenda è quanto mai interessante e non mancheremo, in futuro, di aggiornarvi sull’evoluzione della situazione che vede contrapposti comuni italiani e compagnie petrolifere.
Photo credits | Enrico Strocchi su Flickr