Uno dei primi provvedimenti del Presidente-eletto Barack Obama è stato, come da campagna elettorale, investire sulle rinnovabili. Ancora non ha il potere di legiferare, ma ha promesso che stanzierà 150 miliardi di dollari per le rinnovabili nei prossimi 10 anni.
L’idea non è completamente sua, ma proviene dall’ideale di Al Gore, candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 2000, il quale promise che investendo pesantemente sulle risorse rinnovabili, nel giro di 10 anni sarebbe stato possibile, almeno in America, sostituire al 100% i combustibili fossili. Una sfida un pò troppo ottimistica anche per gli esperti di Greenpeace, ma che Obama ha voluto raccogliere in quanto, anche se non si dovesse riuscire a sopravvivere esclusivamente con le rinnovabili, almeno esse avrebbero fornito una buona percentuale di energia alla Terra. Sempre meglio della situazione attuale.
Le energie di cui parlava Al Gore erano sole, vento e carbone pulito, ma
“ne poteva parlare così proprio perchè era Al Gore”
sostiene Sven Teske, uno dei rappresentanti di Greenpeace e autore del rapporto “Energy [R]evolution Report 2008“, nel quale si evinceva come per soppiantare definitivamente petrolio, carbone e altri combustibili fossili ci vogliano circa 80 anni. Il motivo principale di questa lentezza è che finora nessun Governo si era impegnato in questo campo, e quindi si parte quasi da zero. Ci vorrebbero programmi ambiziosi da parte dei Governi di tutto il mondo per ripulire l’ambiente dal punto di vista energetico, e Obama è in questo modo il primo ad occuparsene.
Nel rapporto Greenpeace parla anche di un percorso da seguire per arrivare, da qui al 2090, ad utilizzare al 100% energie rinnovabili. Il primo passo sarebbe la ratifica da parte di tutti i Paesi più sviluppati del Protocollo di Kyoto nel prossimo incontro a Copenaghen. Sarebbe molto importante anche prendere da esempio la Germania, la quale ha legiferato che ogni nuova costruzione debba avere un impianto di riscaldamento ad energia rinnovabile. Per gli anni immediatamente successivi (2010-2014) bisognerebbe impegnarsi a raggiungere la riduzione delle emissioni di gas serra del 5,2% dal 1990, mettere in commercio le auto elettriche e ibride come sta facendo Toyota, raggiungere l’obiettivo di avere le prossime Olimpiadi di Londra a zero-emissioni ed eliminare definitivamente le lampadine ad incandescenza.
Gli obiettivi a medio termine (2018-2030) sono un aumento degli investimenti nei biocarburanti, nelle celle a idrogeno, solare ed eolico, che tutte le auto siano almeno ibride, il 20% dell’energia europea e il 15% della Cina provengano dalle rinnovabili (tranne la Svezia che si è proposta di eliminare definitivamente il petrolio entro il 2020), il 25% dell’indipendenza energetica degli Stati Uniti entro il 2025 e un aumento della domanda mondiale di energia rinnovabile nel periodo finale fino a superare il 50%.
Gli obiettivi, fantascientifici per adesso perchè molto lontani nel tempo e perchè non sappiamo sin da ora come si sarà evoluta la tecnologia negli anni tra il 2050 e il 2090, saranno di passare dal 50% fino al 100% dell’energia mondiale prodotta con fonti rinnovabili. Un’utopia? A noi piace pensare di no. Certo, quanto più facciamo oggi, tanto più faciliteremo il compito ai nostri figli domani.
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