Secondo la ricerca commissionata da CoReVe (Consorzio Recupero Vetro) e realizzata da Astra Ricerche solo 3 materiali vengono percepiti dagli italiani come riciclabili: prima fra tutti la carta (la carta riciclata è ormai storicamente collegata alle iniziative per salvare gli alberi dall’abbattimento) poi il vetro, ultima la plastica. Pile, medicinali, rifiuti ingombranti ed elettronici, alluminio e, anche se meno, gli scarti alimentari, spesso non vengono percepiti come riciclabili ed esauriscono il loro ciclo vitale nell’indifferenza della discarica.
Oltre alla necessità di ampliare la cultura generale in fatto di cicli e ricicli alle categorie di rifiuti sconosciute come suscettibili di recupero, c’è quella di perfezionare le modalità con le quali le persone li riciclano. A tale scopo CoReVe diffonde alcune regole d’oro che i cittadini possono seguire per favorire al massimo il lavoro degli addetti al recupero e rendere più efficiente il processo di riciclaggio del vetro.
- Innanzitutto togliere il superfluo, sia quando si getta il vetro nella campana che nei bidoni. Il nostro vetro dovrà essere spogliato di sacchetti di plastica o altri contenitori, tappi, collarini, sleaves, etc. di modo da ridurre i costi delle operazioni di selezione, che rendono il vetro pronto al riciclo.
- Non bisogna essere né tanto solerti da lavare il vetro prima di deporlo nella campana, né trascurati al punto di immetterlo grondante di passata di pomodoro o incrostato di sugo pronto! Il comportamento corretto sta nel mezzo. E’ inutile sprecare acqua perché il vetro viene in ogni caso trattato e reso idoneo al riciclo a mezzo di operazioni di lavaggio effettuate al punto di recupero. Lavare il vetro anche a casa vorrebbe dire sprecare inutilmente acqua, non pulirlo vorrebbe dire rendere più difficili le stesse operazioni di lavaggio.
- Per lo stesso motivo di cui sopra non bisogna accanirsi per staccare le etichette che non vengono via, non ve n’è la necessità, le operazioni di trattamento del ‘rottame’ assolvono anche ad una ulteriore separazione del vetro da ciò che vetro non è (ad esempio la carta delle etichette). Questa fase assicura che i contenitori riciclati presentino caratteristiche chimico-fisiche di purezza idonee.
- Non introdurre mai nelle campane del vetro, ceramica né vetroceramica (pyrex) che al vetro assomiglia molto. Pyrex e ceramica hanno temperature di fusione diverse dal vetro pertanto è sufficiente un solo frammento di ceramica mescolato al rottame di vetro pronto al forno, per vanificare il processo di riciclo, dando origine a contenitori difettati, con bolle e facilissimi da infrangersi.
- Lo stesso vale per il cristallo, che contiene metalli pesanti quali il piombo che andrebbe a contaminare il vetro.
- Infine non introdurre nella campana neanche: lampadine, lampade al neon e specchi che contengono sostanze pericolose per l’ambiente, e nocive per l’uomo, assolutamente incompatibili con il reimpiego del vetro come imballaggio per alimenti.
Commenti (1)