La cena di vigilia, il pranzo di Natale, la cena di S.Stefano, per chi ce la farà a farla, ed il cenone del 31 saranno tutti imbanditi all’insegna del chilometro zero. Vi avevamo già parlato della predilezione mostrata dagli italiani per le ricette della tradizione locale.
Una volta passata la moda degli esotismi lussuosi come il salmone norvegese, si torna alle ricette della cucina locale. Tavole delle feste imbandite con prodotti provenienti dalle campagne d’intorno per la maggior parte degli italiani, ma la tendenza al consumo locale non si circoscrive al cibo. Anche i nostri brindisi, le bollicine che ci augureranno un brioso anno nuovo saranno tutte italiane.
Coldiretti e Assoenologi gioiscono per la stravittoria dello spumante italiano che supera definitivamente, dopo una corsa durata anni, lo champagne francese, che, sempre secondo la Coldiretti, è in calo del 20% sul mercato italiano dal 2000. Il 98% dei brindisi delle feste proverranno da uve che, se non proprio a chilometro zero, non avranno per lo meno dovuto valicare le Alpi. La rimonta dei vini spumanti italiani non è una tendenza in atto solo nel nostro Paese poichè anche:
A livello internazionale l’Italia si posiziona nel 2010 come primo produttore mondiale di vini frizzanti
enuncia l’analisi della Coldiretti, che prosegue:
”La ripresa della domanda di spumante italiano all’estero è di buon auspicio per nuove e rilevanti opportunità di crescita complessiva del vino italiano che potrebbe far sfiorare a fine anno i 3,5 miliardi di euro il valore del fatturato realizzato sui mercati esteri dove rappresenta la principale voce dell’export agroalimentare nazionale. La vendemmia 2010, stimata su valori contenuti attorno ai 45 milioni di ettolitri, con il 60% della produzione – conclude la Coldiretti – destinato alla realizzazione dei 501 vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (330 vini Doc, 52 Docg e 119 Igt)”.
E’ della stessa idea il Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, che ribatte:
“Siamo primi nelle bollicine e, se ci fosse più sostegno da parte di Parlamento e Governo, probabilmente anche il Pil andrebbe meglio”.
Aggiungiamo noi, che, laddove certamente non si deve criminalizzare un moderato consumo di champagne, come uno di vini australiani o cileni etc, è senz’altro certo che il futuro ecologico, economico e paesaggistico dell’Italia è nelle mani dell’agricoltura, di un’agricoltura capace di una rilettura tecnologica dei metodi produttivi tradizionali e quindi, nelle sue eccellenze enogastronomiche, capofila tra queste, da sempre, gli ottimi vini ed ora anche le bollicine.
[Fonte: Coldiretti]
[Foto: Piemonte immagini]
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